~~DISCUSSION~~ {{tag>progetti}} ====== Bozza Project Work ===== ===== Mappa ===== {{url>https://umap.openstreetmap.fr/it/map/matrice_194943 100%,500 noscroll noborder}} USER luciano.debonis@unimol.it PASSWORD pppcunimol ==== Il sistema dei tratturi. Il contesto territoriale normativo e pianificatorio ==== (ALESSANDRO RANIERI) === Il quadro interregionale === La ricognizione sta riguardando l’ambito delle regioni interessate e quindi Abruzzo, Molise, Campania e Puglia, al fine di determinare il quadro della programmazione a carattere nazionale e locale avente ad oggetto il patrimonio materiale e immateriale della transumanza. La maggior parte degli interventi visti finora, si configura come opere di risistemazione e segnalazione delle tracce tratturali mediante cartellonistica, altri si qualificano come azioni immateriali di comunicazione; diversi, inoltre, sono gli accordi di partenariato finalizzati ad una azione sinergica di recupero e di promozione del patrimonio tratturale che coinvolgono più attori istituzionali, in molti casi attraverso programmi a carattere interregionale. === Abruzzo === In Abruzzo la materia gode di grande attenzione a partire dagli anni ’90 ed ha visto prevalentemente impegnati la Regione, il Dipartimento Ambiente Reti Territorio (DART) dall’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti e Pescara e il sistema delle aree protette. Tra le prime attività si segnala il progetto “Promozione e comunicazione delle Vie della Transumanza”, avviato nel 1996 e concluso nel 2001, in attuazione del Programma Operativo Multiregionale 1995/1999, nell’ambito dello Sviluppo e valorizzazione del turismo sostenibile nelle regioni: * Obiettivo 1 - Misura 3 “Itinerari Culturali interregionali” Tale misura ha visto il finanziamento di interventi finalizzati allo sviluppo turistico delle aree di rilevante interesse storico-culturale rappresentative del fenomeno della transumanza. Il progetto, relativo alla “Valorizzazione integrata dei beni culturali nelle fasce tratturali”, ha riguardato, con gestione diretta da parte dei singoli comuni interessati (Navelli, Barisciano, Lanciano, Castel del Monte, Caporciano, Prata d’Ansidonia), il recupero e la valorizzazione delle emergenze archeologiche, architettoniche ed ambientali attraverso il restauro ed il recupero funzionale di edifici e di strutture significative destinate ad accogliere centri di documentazione. A supporto delle azioni è stata realizzata un’ampia campagna di comunicazione con la produzione di materiale promozionale e l’implementazione degli spazi informativi sul portale web della regione. Tra le iniziative a carattere immateriale: * il progetto “Tratturi e civiltà della transumanza: una rete culturale e ambientale europea”. Curato dall’Università “Gabriele D’Annunzio” di concerto con il Ministero dell’Ambiente e la Commissione Europea-DG Educazione e cultura, su fondi Cultura 2000 della Comunità Europea. Il progetto ha avuto un prosieguo nel “Museo virtuale della transumanza europea”, Progetto Cultura 2006, con la creazione di un portale (www.transumanza.eu), che tuttavia non risulta più (o ancora) attivo. Stando alle indicazioni progettuali, il portale dovrebbe contenere l'identificazione e la descrizione dei più importanti percorsi tratturali e dei relativi beni culturali e ambientali, dei connessi paesaggi tratturali italiani, spagnoli e francesi, arricchito da documentari filmati. Tra le attività promosse dagli enti di gestione delle aree protette: * un progetto attuato dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che ha promosso il recupero del tratto tra Pescasseroli e Opi del tratturo Pescasseroli-Candela. Complessivamente sono stati recuperati circa 15 km di percorso, partendo dalla località Campomizzo, a nord di Pescasseroli – dove prendeva storicamente avvio il tratturo – sino alla località Val Fondillo. Lungo il percorso sono state posizionate bacheche con pannelli illustrativi, che permettono di approfondire la storia e la cultura della transumanza e gli aspetti naturalistici e culturali dei luoghi. Ulteriori pannelli informativi sono stati installati presso il Centro Visita di Pescasseroli ed il Museo del Camoscio di Opi. * Pregevole il Museo della Transumanza di Villetta Barrea, gestito dal Parco in collaborazione con un’associazione locale formata da allevatori (Associazione Villetta Barrea, borgo fattoria didattica), e le attività collegate quali: trekking della transumanza, laboratori didattici per apprendere l’arte pastorale (fare il formaggio, intrecciare le fiscelle, tingere la lana con erbe tintorie, costruire la zampogna e le ciaramelle ecc), laboratori del gusto e del paesaggio della transumanza finalizzati a far degustare i prodotti pastorali, mostre sui saperi dei pastori etc. (inserire foto tabella tabella sul tratturo Pescasseroli-Candela in Val Fondillo in territorio di Opi (AQ) nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise). * Merita, infine, una specifica menzione l’attività dell’ENGEA (Ente Nazionale Guide Equestri ambientali): ha siglato nel settembre 2008 con la Regione Abruzzo - Direzione Parchi Ambiente Energia, un accordo di programma per contribuire alla realizzazione del progetto integrato a carattere nazionale denominato “Ippovie italiane, la rete degli itinerari turistici qualificati”, che mira all’adeguamento degli itinerari ambientali a standard di ricettività e fruibilità che ne consentano la certificazione che mira all’adeguamento degli itinerari ambientali a standard di ricettività e fruibilità che ne consentano la certificazione quali ippovie. === Campania === * PIT Piano integrato territoriale “Regio Tratturo Benevento”, nell’ambito del P.O.R. Campania 2000 – 2006 Il tratturo Pescasseroli-Candela ne è stato asse portante: ha coinvolto in un quadro sistematico circa 30 interventi suddivisi tra infrastrutture, servizi, regimi di aiuto e formazione per un finanziamento complessivo di circa 28,4 milioni di euro tra risorse pubbliche e private. * Progetto “Recupero e valorizzazione delle preesistenze del Regio Tratturo” dell’importo di circa 1,4 ml di euro che vede la Provincia di Benevento quale ente attuatore a valere sull’Asse 2 – Misura 2.1 * Sempre sul tema della transumanza, e nell’ambito della programmazione POR Campania 2000-2006, è stato articolato il Piano integrato “Tratturo Regio Avellino”, che coinvolge 8 comuni irpini con un impegno di poco più di 26 milioni di euro * A servizio del Piano integrato è stata realizzata la Rete dei Beni Culturali che ha previsto un circuito tra gli interventi realizzati, tra cui il Centro Europeo di Studi Normanni sito presso il Comune di Ariano Irpino, nel restaurato Castello, la scuola di restauro ed il laboratorio a Casalbore, alcuni percorsi museali di tematica prevalentemente archeologica, alcuni parchi archeologici, come quello dell’antica Aeclanum e di Aequum Tuticum, e un museo dedicato alla storia, alle tradizioni e alla cultura della transumanza presso il comune di Villanova del Battista, nell'edificio dell'ex acquedotto comunale, che prevede un percorso di visita multimediale. Il PI ha, tra l’altro, finanziato l’attivazione di un portale web multilingue attraverso cui è possibile visualizzare l’offerta turistica e culturale dell’area, nonché i vari punti di interesse naturalistico (http://retetratturo.provincia.avellino.it/il-regio-tratturo). * Sempre in ambito campano si segnala l’intensa e proficua attività condotta dalla Comunità Montana dell’Alto Tammaro sul tratturo Pescasseroli-Candela nei territori dei comuni di Morcone, Santa Croce del Sannio, Circello, Castelpagano e Reino. Tra le azioni realizzate merita attenzione il recupero di 25 chilometri del tratturo mediante il ripristino dei confini, la manutenzione del tracciato e la realizzazione di muretti e siepi, interventi finanziati attraverso fondi stanziati con una legge ordinaria della regione Campania, la Legge Regionale 11/96, che riguarda interventi di forestazione e bonifica montana e la tutela del demanio armentizio. Con questa legge ogni anno, attraverso l’impiego degli operai forestali locali, sono realizzati interventi sul tratturo e sui tratturelli per un importo di circa 100.000 euro. La stessa Comunità Montana ha attinto ad altre fonti di finanziamento per la realizzazione di ponti in legno sui fiumi maggiori per garantire la percorribilità del tratturo anche nei mesi invernali; si tratta di un progetto interregionale (Campania e Molise) coordinato dall’Università del Molise e finanziato per il 60% dal CIPE e per il 40% con mutuo Cassa depositi e prestiti, mentre il recupero dei tratturelli è stato realizzato con * il Progetto Integrato Rurale (PIR) "Terre dei tratturi e della transumanza" finanziato dal POR Campania 2000-2006. Tramite il PIR è stato finanziato il recupero di 90 km di tratturelli comunali di collegamento tra i centri urbani del Tammaro e del Fortore e i tracciati verticali (Nord-Sud) dei tratturi regi, il Pescasseroli-Candela che attraversa l’Alto Tammaro e il Castel di Sangro-Lucera che attraversa il Fortore, per realizzare un percorso naturalistico, ad anello, tra tratturo, tratturelli esistenti e tratturelli recuperati, di 130 chilometri complessivi. Tutti i progetti di recupero dei tratturelli, previsti dal PIR e presentati dai Comuni, sono stati realizzati. A fronte di una previsione di spesa di €. 1.960.000,00 per la Misura POR 4.20, sono stati, realizzati interventi per €. 1.946.501,4 pari al 99,31% della previsione. Nell’ambito del PIR sono state anche accolte 22 istanze di primo insediamento di giovani agricoltori, per complessivi €. 11.395.570,44. Il progetto PIR si è concluso il 30 giugno 2008; nel periodo di realizzazione dello stesso è stato attivo, presso la Comunità Montana, un ufficio di coordinamento delle progettazioni pubbliche relative al recupero dei tratturelli che ha effettuato riunioni periodiche con i progettisti e i responsabili degli Uffici Tecnici comunali, con la finalità di uniformare le modalità e tipologie di realizzazione degli interventi, i materiali utilizzati, la segnaletica e le essenze vegetali impiantate a delimitazione dei tracciati. Il risultato del coordinamento è stato quello di rendere i diversi tracciati non solo fisicamente collegati e riconoscibili come un tutt’uno su tutto il territorio, ma anche di dotarli del carattere di uniformità estetica. * Tra gli altri progetti promossi dalla Comunità Montana Alto Tammaro è da segnalare, inoltre, in collaborazione con l’ENGEA e con il GAL “Terre dei tratturi”, il progetto “Ippovia” a valere sui finanziamenti disposti dal Piano di sviluppo rurale (PSR) Campania 2007-2013. A questo proposito, è utile segnalare le misure introdotte dal PSR che concorrono alla manutenzione delle aree a pascolo. * Nello specifico si tratta della misura 214 - D2 “Sostegno al pascolo estensivo in aree destinate al pascolo” che promuove la pratica del pascolamento e la sua estensivizzazione attraverso la corresponsione di un premio legato alla superficie effettivamente pascolata (pascolo o prato-pascolo). Beneficiari della misura fino ad un massimo di € 600,00 per ettaro sono agli allevatori che si impegnano a mantenere i propri animali al pascolo, per un periodo di almeno 180 giorni all’anno con un carico minimo di 0.5 UBA/ha (unità di bovino adulto per ettaro). Nell’incentivo rientra anche la superficie di tratturi, di sentieri pascolabili ed in “fida pascolo”, a condizione che ne sia individuata la porzione affidata in manutenzione, tramite pascolamento, al singolo beneficiario. Significativo è anche il contributo fino a 200 euro per ogni capo appartenente a razze in via di estinzione. È questa di sicuro una delle iniziative in prospettiva più efficaci perché prevede la collaborazione delle associazioni di allevatori e pastori, veri manutentori del territorio, e che si configura come best practice per la conservazione di ecosistemi delicati ma fondamentali anche per il contrasto al dissesto idrogeologico. In tal senso è utile un confronto con le misure agro-ambientali disciplinate dal PSR della Regione Puglia 2007-2013. Quelle che riguardano la conservazione delle aree a pascolo rientrano nell’asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio naturale”. In particolare si tratta delle misure 211 “Indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle zone montane”, 212 “Indennità compensative degli svantaggi naturali a favore degli agricoltori delle aree svantaggiate, diverse dalle zone montane”, 213 “Indennità Natura 2000 e Indennità connesse alla Direttiva 2000/60/CE” e 214 Azione 6 “Conversione dei seminativi in pascoli permanenti”. Nei primi due casi il massimo beneficio ammissibile è pari a € 55,00/Ha per superfici a pascolo e ad € 120,00/Ha per superfici a foraggere, inoltre il requisito richiesto per il carico di bestiame è nell’intervallo 0,2 – 1,4 UBA/Ha e rimangono escluse dal premio le superfici a “fida pascoli”, che possono esclusivamente concorrere al calcolo del carico di bestiame ove assegnate all'imprenditore con regolare concessione. La misura 213, che si pone come obiettivo la biodiversità locale, riconosce benefici ma limitatamente alle aree Natura 2000 e il premio a pascolo è in assoluto il più basso tra quelli contemplati (€ 24/Ha contro € 197,00/Ha previsti per la vite da tavola). Anche prendendo in considerazione la misura 214 Azione 6, specificatamente destinata alla conversione a pascolo dei seminativi e che tra quelle considerate appare la più remunerativa, il premio si attesta sui €150/Ha. La misura, inoltre, molto apprezzabile sul profilo naturalistico perché introduce prescrizioni esplicite sull’uso di pratiche mirate alla salvaguardia delle specie dell’avifauna connesse ai pascoli, trova tuttavia applicazione esclusivamente nelle zone ricomprese nei siti Natura 2000 e nelle aree protette nazionali e regionali. === Molise === * La Legge regionale n. 9/1997 (Tutela, valorizzazione e gestione del demanio tratturale) "anche in caso di declassificazione ed alienazione del suolo venga salvaguardata la continuità del percorso tratturale, e, nel caso di cessioni a enti pubblici, dev’essere attivato il recupero attraverso possibili varianti." La Legge ha un’appendice applicativa nel __Regolamento regionale 8 gennaio 2003__, n. 1, che disciplina, tra l’altro, la salvaguardia della continuità del tracciato, prevedendo all’art. 12, “nelle more dell'approvazione e dell'attivazione del Piano di Valorizzazione” l’obbligo “di lasciare libera su tutti i tracciati tratturali una fascia di terreno allo stato saldo o pascolivo della larghezza non inferiore a metri quindici, da utilizzare gratuitamente per il passaggio ed il transito a scopi agricoli, agrituristici e del tempo libero”. * La normativa regionale consente anche la gestione diretta dei suoli tratturali da parte di associazioni senza scopo di lucro. Molte associazioni ambientaliste regionali insieme alla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e all’ENGEA si sono accordate per chiedere la gestione diretta del suolo tratturale libero da concessioni. Numerosi sono i finanziamenti per studi e progetti, a partire da fondi stanziati dal CIPE (Comitato Interministeriale per la programmazione economica) che, già nel 2000, vengono impegnati per l’ammontare di circa 300 milioni di lire per uno specifico studio di fattibilità commissionato al Cresme e dedicato alle “Infrastrutture di interesse turistico-culturale per la valorizzazione e la fruizione della rete tratturale ai fini della costituzione del “Parco dei Tratturi”. Meritevole è, tra le altre, l’attivazione di un corso di alta formazione per “Gestore delle risorse culturali ed ambientali nell'ambito dei tratturi” (gennaio/dicembre 2000), patrocinato dal MIUR, che ha coinvolto 10 laureati in discipline diverse __(P.O. 1994/99 Ricerca, sviluppo tecnologico ed alta formazione, Sottoprogramma III Misura II; soggetto proponente la Provincia di Campobasso, soggetto attuatore l’Università degli Studi del Molise)__. Al termine del corso l’Università ha attivato, con la creazione dello spin-off “Terredimezzo srl” (ottobre 2001), un progetto pilota per sostenere la trasformazione dell’attività formativa in opportunità professionali ed imprenditoriali. Tra le innumerevoli iniziative di promozione via web si segnala il portale http://www.tratturocoast2coast.org/ che propone l’esplorazione del tratturo Lucera -Castel di Sangro con la mappatura dell’intero itinerario, dei bivacchi e dei ristori, avvalendosi della visualizzazione su google maps delle tappe consigliate. Infine, nell’ambito delle iniziative di tutela e diffusione della conoscenza del sistema tratturi, il Molise ha conseguito il riconoscimento dei tratturi quale patrimonio da tutelare nel World Monuments Fund (Tratturi e della civiltà della Transumanza della Regione Molise, 2008). === I progetti di sistema e gli accordi di partenariato === * L’Accordo di programma tra Ministero dell’Ambiente e Regione Abruzzo (1999-2000) avente per oggetto il programma d’azione per lo sviluppo sostenibile dell’Appennino denominato APE - Appennino Parco d’Europa si configura tra i primi programmi integrati ad aver focalizzato l’attenzione sui tratturi. Infatti, sin dal 2000, nell’ambito del programma d'azione di APE è stato istituito, con decreto del Ministero dell'ambiente, il Coordinamento nazionale dei tratturi e della civiltà della transumanza, gestito da un consorzio formato dai Ministeri, dalle regioni e da alcuni enti parco, nonché dalle province, dai comuni e dalle comunità montane interessati. Nella fase pilota del programma, grazie a fondi stanziati con deliberazione CIPE del 1° febbraio 2001, è stato finanziato * il progetto “Le vie materiali e immateriali della transumanza” che ha coinvolto la regione Abruzzo (capofila) e le regioni Molise e Puglia. La regione Abruzzo, destinataria della quota più ampia del finanziamento, pari a 15 miliardi di vecchie lire, cui si somma un importo uguale di cofinanziamento reso disponibile mediante risorse regionali e di altri enti territoriali coinvolti, ha articolato gli interventi secondo 4 azioni strategiche: 1. Marketing d’Area; 2. Sportelli Informatici Assistiti; 3. Spazi Fisici; 4. Accessi Materiali alle Aree Protette ed ai Parchi. In alcuni casi soggetti attuatori degli interventi sono stati enti di gestione di aree protette. Nel bilancio complessivo del programma rimangono, inoltre, a titolo di concertazioni e collaborazioni avviate, diversi accordi e intese, tra cui * la Convezione degli Appennini, un documento siglato nel mese di febbraio 2006 da 13 Regioni interessate territorialmente dall’Appennino e condiviso sia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio, che da altri sottoscrittori. Tra le iniziative divulgative più significative si segnala * il progetto “Ape Verde”, che in relazione al concorso denominato le “Buone pratiche del territorio di APE” si è occupato delle premiazioni di alcuni progetti presentati da Enti Pubblici, riguardanti gli obiettivi relativi alle finalità di APE (Agricoltura, Energia, Edilizia, Rifiuti, Sostenibilità etc). In Molise gli interventi finanziati, per un totale di 1,5 miliardi di lire, hanno riguardato prevalentemente la verifica dello stato di consistenza del tratturo alla condizione attuale, la valorizzazione attraverso una serie di azioni tendenti alla tutela e la riqualificazione dei beni architettonici più significativi. Soggetti attuatori sono state le comunità montane. In Puglia soggetto attuatore degli interventi APE è stato il Parco Nazionale del Gargano in qualità di beneficiario finale del cofinanziamento della Regione Puglia con il progetto (realizzato) di sistemazione di un sentiero in agro di Monte Sant’Angelo coincidente con una porzione del tratturo Campolato-Vieste e con l’allestimento di un museo della transumanza (in corso di realizzazione) a San Nicandro Garganico. ====== Il Sistema Idorgrafico ====== (SILVIA INCOLLINGO) === Ansali dell'idrografia del territorio a scala vasta === * 1. Carta idorgrafica e geomorfologica * 2. Bacini idografici, autorità di bacino competenti e piani di bacino * 3. Interrelazioni tra paesaggi dell’acqua, rete natura 2000 (SIC e ZPS) e uso del suolo * 4. Manufatti connessi all’uso dei fiumi === Strategie di progetto === (con riferimento al PPTR Puglia) **1.1 Promuovere una strategia regionale dell’acqua intersettoriale, integrata e a valenza paesaggistica** Coniugare gli obiettivi di raggiungimento di un’alta qualità chimico-fisica e biologica delle risorse idriche, di equilibrio idraulico e geomorfologico dei bacini idrografici e di pareggio del bilancio idrologico regionale con gli obiettivi di qualità ecologica e paesaggistica dei paesaggi dell’acqua, attraverso una strategia integrata e intersettoriale secondo i dettami della Direttiva europea 2000/60. **1.2 Salvaguardare e valorizzare la ricchezza e la diversità dei paesaggi regionali dell’acqua** Salvaguardare i caratteri identitari e le unicità dei paesaggi dell’acqua locali al fine di contrastare la tendenza alla loro cancellazione, omologazione e banalizzazione e valorizzare la cultura locale dell’acqua nelle sue diverse declinazioni geografiche e storiche. **1.3 Garantire la sicurezza idrogeomorfologica del territorio, tutelando le specificità degli assetti naturali** Mitigare il rischio idrogeologico attraverso il contrasto dell’incremento dei suoli urbanizzati, del le pratiche colturali intensive e, più in generale, di tutte le attività che non rispettano le morfologie naturali, le permeabilità e le linee di deflusso delle acque. === Area di dettaglio: Contratto di Fiume "Fiume Volturno dalle Sorgenti al Fiume Cavaliere" === Pianificazione del territorio fluviale e perifluviale volta alla tutela ambientale, alla sicurezza idrogeologica e alla valorizzazione paesaggistica e culturale. [[fiumevolturno|Fiume Volturno dalle Sorgenti al Fiume Cavaliere]] In continuità con i //Progetti integrati di paesaggi sperimentali// del PPTR della Regione Puglia: * 1. Mappe di Comunità ed Ecomuseo della Valle del Carapelle * 2. Le porte del parco fluviale del fiume Ofanto,il Patto per la bioregione e il Contratto di fiume * 3. Progetto di Corridoio Ecologico multifunzionale del fiume Cervaro ==== Fiume Volturno dalle Sorgenti al Fiume Cavaliere ==== === Inquadramento territoriale === {{url>https://umap.openstreetmap.fr/it/map/volturno_204529#7/41.213/16.428 100%,500 noscroll noborder}} L'area di studio presa in esame si trova a margine del territorio su cui si innesta la Rete Tratturale, pur non intercettandola. Nello specifico i comuni oggetto di analisi sono: * Castel San Vincenzo * Rocchetta a Volturno * Cerro al Volturno * Colli a Volturno * Montaquila Questi presentano caratteristiche simili a quelle di altri comuni limitrofi che fanno parte dell'Alto Volturno e sono interessati dalla transumanza, come ad esempio Montenero Valcocchiara, Forlì del Sannio e Rionero Sannitico. {{::01_tav_incollingo.jpg?900|}} {{::02_tav_incollingo.jpg?900|}} {{::03_tav_incollingo.jpg?900|}} {{::04_tav_incollingo.jpg?900|}} === Ambiente e Territorio === {{url>https://umap.openstreetmap.fr/it/map/contratto-di-fiume_ambiente-e-territorio_211737#11/41.6080/14.1497 100%,500 noscroll noborder}} === Bacino idrografico | Fiume Volturno === L'ente preposto alla gestione del bacino idrografico del Fiume Volturno è **L'Autorità di Bacino dei Fiumi Liri - Garigiano e Volturno** individuata dal **Piano Paesistico della Regione Molise**. La documentazione inerente è reperibile al seguente link: Di seguito sono riportate le caratteristiche del territorio di bacino del Volturno tratte dal sito dell'Autorità di bacino consultabile al link: [[http://www.autoritadibacino.it/]] //"Il Volturno rappresenta il principale fiume dell'Italia meridionale; a livello nazionale è il sesto per estensione del bacino (5.550 km²) e dodicesimo per lunghezza (175 km²). Il Bacino del Volturno si sviluppa su un'area ricadente principalmente nelle Regioni Campania (235 Comuni) e Molise (46 Comuni) ed in minima parte nelle Regioni Abruzzo (2 Comuni), Puglia (3 Comuni), Lazio (5 Comuni), e comprende 292 comuni suddivisi tra 9 Province. "Il territorio del bacino ha una forma vagamente trapezoidale con il lato lungo secondo la direttrice NO-E. Nella parte più settentrionale, in territorio molisano, il bacino si estende fino alle pendici del M. Greco ed ai monti della Meta nel Parco Nazionale D’Abruzzo. Procedendo verso SE il confine attraversa via via il Massiccio del Matese, i Monti del Sannio fino ai Monti della Daunia dove il bacino Volturno lambisce in maniera molto marginale i territori del foggiano. Proseguendo, si giunge nelle zone più meridionali; qui il limite corre lungo i monti Picentini per poi risalire verso NO". Superata la zona di Avellino il confine si insinua nel massiccio isolato di Montevergine ed alle pendici di quello del Taburno, per poi lambire l’abitato di Caserta e, cambiando direzione, proseguire verso Ovest parallelamente al corso del Volturno fino alla foce. Nella parte NO infine il limite di bacino coincide con quello del Liri-Garigliano e, attraversando poi i massicci del Monte Maggiore e del Roccamonfina si richiude lungo il lato destro del Volturno delimitando anche il bacino chiuso del canale Agnena Savone. Il bacino del Volturno risulta costituito dall’insieme di due grandi sub-bacini: - il primo è quello relativo all’asta principale del Volturno che ha una lunghezza di175 Km, - il secondo invece è quello del fiume Calore lungo ben 132 Km. Lo spartiacque naturale tra i due sub-bacini si sviluppa secondo una direttrice Nord-Sud a partire dal massiccio del Matese, ed attraverso la piana di Amorosi fino al Monte Taburno."// === Rete Natura 2000 | Aree SIC e ZPS === Di seguito sono riportati degli stralci relativi alle singole aree di interesse tratti dai Formulari della Rete Natura 2000. Il materiale completo è reperibile al seguente link: [[http://www.regione.molise.it/web/grm/ambiente.nsf/0/4A4D333C181C6E63C125757C003EFE54?OpenDocument]] == Fiume Volturno dalle sorgenti al Fiume Cavaliere == **Codice sito** IT7212128 **Caratteristiche generali del sito** Nella parte settentrionale si trova un'ampia area pianeggiante adiacente alle sorgenti del Volturno interessata da seminativi. Associati a questi sono presenti sistemi particellari complessi e aree miste con coltivazioni e spazi naturali; su un versante a ridosso del margine occidentale di questa sono collegate delle aree cespugliate a Juniperus oxycedrus a mosaico con prati e pascoli. Poco distante è presente la cenosi boscata dominata da Quercus pubescens; le restanti formazioni a latifoglie sono quelle che seguono con una fascia più o meno continua di Salix alba e populus alba il corso del Volturno, fino ad arrivare alla confluenza con il Cavaliere, in corrispondenza della quale è da segnalare una bella ontaneta ad Alnus glutinosa. CLIMA: regione temperata, termotipo collinare superiore, ombrotipo umido inferiore. GEOLOGIA: argille sabbiose, limi, sabbie scure finissime e grossolane, travertini talora scoperti o intercalati a ciottoli calcari, terreni umiferi scuri. SUOLI: mollisuoli haploxerolls entic, entisuoli xerofluvents. **Qualità e importanza** L'alta valle del Volturno, inserita in un contesto paesaggistico quale la catena delle Mainarde, è caratterizzata da numerose tipologie di habitat che compongono un meraviglioso mosaico ambientale con un elevato valore naturalistico e scientifico. Gli habitat acquatici e quelli terrestri, strettamente associati ai primi, determinano la presenza di specie animali (Vertebrati e Invertebrati) e di associazioni vegetali di grande importanza per la conservazione della biodiversità. E' da segnalare la presenza (forse non solo sporadica) della lontra (Lutra lutra) e di una ricca ornitofauna. **Vulnerabilità** Il sito è stato sottoposto ad una forte azione antropica da trasformazione (captazione delle acque, imbrigliamento degli argini, cementazione ecc.) che renderebbe necessari ed urgenti adeguati provvedimenti di tutela e ripristino di questo importantissimo patrimonio naturale. Sono presenti discariche nel bacino idrografico. Sarebbe inoltre opportuno creare un equilibrio tra i cespuglieti dell'habitat 5210 e i prati dell'habitat 6210 legati al pascolo. == Valle Porcina - Torrente Vandra - Cesarata == **Codice sito** IT7212168 **Caratteristiche generali del sito** La tipologia di copertura del suolo più diffusa è quella dei boschi di latifoglie, suddivisibile in un bosco dominato da Quercus frainetto Ten accompagnato da Q. cerris L. nelle aree pianeggianti, un bosco dominato da Quercus pubescens Willd. s.l. lungo i versanti e dei popolamenti a Quercus ilex L. subsp. ilex in corrispondenza delle aree con maggiore acclività. Il 10% del territorio è occupato da cenosi arbustive con Rosa sp.pl., Prunus spinosa L. subsp. spinosa, Rubus sp., Emerus majus Mill. s.l. (= Coronilla emerus L. subsp. emerus), Carpinus orientalis Mill. subsp. orientalis, Pistacia terebinthus L. subsp. terebinthus. Da notare che il 20% del territorio è coperto da seminativi non irrigui. CLIMA: regione temperata, termotipo collinare inferiore, ombrotipo umido inferiore. GEOLOGIA: argille sabbiose, limi, sabbie scure, arenarie con marne e argille. VEGETAZIONE: L'habitat 6210 è presente nella sua forma prioritaria. **Qualità e importanza** Area importante per la varietà di habitat presenti. In particolare la valle Porcina svolge un ruolo (in gran parte potenziale finchè non verrà tutelata) di corridoio faunistico tra le due più importanti catene montuose del Molise, Matese e Mainarde, come testimonia la presenza del Lupo. E' da segnalare la presenza, forse non solo sporadica, della lontra (Lutra lutra) e di una ricca ornitofauna ed erpetofauna. **Vulnerabilità** Le strategie di conservazione dovrebbero concentrarsi sul recupero della vegetazione ripariale e in particolare sulla gestione delle sponde del fiume Vandra che potrebbe ospitare maggiormente i diversi tipi di habitat igrofili ora poco rappresentati per la forte pressione antropica soprattutto di natura agricola. Sono inoltre auspicabili interventi mirati all'aumento della presenza dell'habita 6220* che si presenta a scala di estremo dettaglio ed è molto dipendente, tra l'altro, dalle condizioni climatiche. Altre minacce sono: taglio incontrollato, ceduazione eccessiva, erosione, discariche, strade con numerosi accessi. == Monte San Paolo - Monte La Falconara == **Codice sito** IT7212169 **Caratteristiche generali del sito** La quasi totalità del sito è ricoperta dal bosco di latifoglie che si articola in 4 fitocenosi principali. Il versante orientale di Monte S.Paolo è occupato da una formazione dominata da Quercus ilex. La quasi totalità del versante meridionale è interessato da un bosco a Quercus pubescens e Carpinus orientalis, talvolta degradato a boscaglia. Il versante settentrionale, più mesofilo, ospita boschi a cerro, mentre sui versanti più acclii sono presenti lembi di bosco a Ostrya carpinifolia. Alle formazioni boschive si raccordano, come ecotoni, le macchie e le praterie aride. **Qualità e importanza** Per la qualità di conservazione degli ambienti l'area risulta di importanza elevata nonostante l'utilizzo antropico, che però ha lasciato formazioni boschive diversificate tra loro e in buono stato. Area di collegamento tra le formazioni mediterranee e quelle montane delle Mainarde, di elevato valore paesaggistico e naturalistico. E' frequentata da una ricca fauna (Canis lupus, Ursus arctos). **Vulnerabilità** Ceduazione, pascolo, caccia, strade, discarica. == Forra di Rio Chiaro == **Codice sito** IT7212170 **Caratteristiche generali del sito** La forra di Rio Chiaro si è formata in conseguenza dell'azione erosiva del Rio Chiaro, che, però, da alcuni anni è interessato solo dallo scorrimento delle acque piovane in quanto la falda che lo alimentava è stata destinata ad altro uso. La conseguenza è che il fiume è secco per la maggior parte dell'anno. Clima: Termotipo montano inferiore, Ombrotipo umido inferiore. Geologia:calcareniti bianche ben stratificate e calcari saccaroidi con frammenti di rudiste. **Qualità e importanza** Ambiente profondamente alterato per le captazioni idriche che ne hanno prosciugato il letto. In alcune piccole pozze si riproduce Rana italica. **Vulnerabilità** Una corretta gestione del sito passa per un uso del bosco che non ne snaturi le caratteristiche; tali strategie di gestione sono particolarmente agevolate dal fatto che l'habitat 91AA* è ubicato lungo un pendio molto scosceso. == Pantano Zittola - Feudo Valcocchiara == **Codice sito** IT7212126 = Gruppo della Meta - Catena delle Mainarde - Bosco Monte di Mezzo-Monte Miglio-Pennataro-Monte Capraro-Monte = **Codice sito** IT7212121 == Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ed aree limitrofe == **Codice sito** IT7120132 == Cesa Martino == **Codice sito** IT7212174 === Piano Paesistico | Area 7 === La zona di studio rientra nella **Area 7** individuata dal **Piano Paesistico della Regione Molise**. La documentazione inerente è reperibile al seguente link: [[http://www.regione.molise.it/web/servizi/serviziobeniambientali.nsf/fac382af29309379c1256c8c006171e7/520900d0f0d2fff5c12573b5002c10fb?OpenDocument]] La pagina generale del Piano Paesistico è consultabile qui [[http://www.regione.molise.it/web/servizi/serviziobeniambientali.nsf/web/servizi/serviziobeniambientali.nsf/(InfoInternet)/1CC1B1650F4D4985C125722200380EB8?OpenDocument]] === Riferimenti Normativi e Linee Guida === == Contratto di Fiume == **Cosa sono i Contratti di Fiume** //Il Contratto di Fiume è un **accordo** tra soggetti che hanno responsabilità nella gestione e nell’uso delle acque, nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente. Si tratta di uno “strumento volontario di programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale”. Il Contratto di Fiume è uno strumento che mira a raggiungere gli obiettivi delle Direttive Europee sulle Acque (2000/60/CE) e sulle Alluvioni (2007/60/CE) **supportando e promuovendo politiche e iniziative volte a consolidare comunità fluviali resilienti, riparando e mitigando**, almeno in parte, **le pressioni** dovute a decenni di urbanizzazione sregolata. Da molto tempo i corsi d’acqua lombardi e, in particolare, quelli che attraversano l’area metropolitana milanese si trovano in situazioni critiche: inquinamento, crescente urbanizzazione e artificializzazione delle sponde sono solo alcune delle cause di degrado dell’ambiente fluviale e della scarsa qualità delle acque. Sono territori, pertanto, fragili e sempre più vulnerabili agli eventi meteo estremi determinati dal **cambiamento climatico; fiumi e territori fortemente modificati che hanno perso buona parte della loro naturale capacità di risposta alle pressioni**.// == Documenti == Carta Nazionale dei Contratti di Fiume [[http://www.contrattidifiume.it/export/sites/default/it/doc/Azioni/CARTA-NAZIONALE-DEI-CONTRATTI-DI-FIUME_DEF2012.pdf]] Definizione e requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume [[http://www.contrattidifiume.it/export/sites/default/it/doc/pubblicazioni/Definizione-e-requisiti-qualitativi-di-base-dei-Contratto-di-Fiume.pdf]] == Link riferimenti normativi == 0. Link per scaricare la normativa nazionale e regionale [[http://www.regione.molise.it/web/servizi/serviziobeniambientali.nsf/(InfoInternet)?SearchView&SearchOrder=4&SearchWv=TRUE&SearchMax=200&Count=200&Start=1&Query=[area1]+contains+105xyNormativaxynormativa]] 1. **Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio**, D.Lgs 42/2004 e successive modifiche [[http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2004_0042.htm]] 2. **Convenzione Europea del Paesaggio 2000** [[http://www.convenzioneeuropeapaesaggio.beniculturali.it/uploads/2010_10_12_11_22_02.pdf]] 3. **Direttiva Quadro 2000/60/CE** Politiche sistemiche di riqualificazione delle acque superficiali e sotterranee, creando obiettivi comuni con altre normative europee che promuovono l’utilizzo di strumenti di governance e sussidiarietà per attuare le politiche ambientali. [[http://www.direttivaacque.minambiente.it/documenti/Direttiva_2000-60-CE.pdf]] 4. **Direttiva Habitat 92/42/CEE** Creazione di una rete ecologica europea [[http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:1992L0043:20070101:IT:PDF]] 5. **Direttiva Rischio Alluvioni 2007/60/CE** Gestione del rischio alluvioni [[http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/vari/documento_definitivo_indirizzi_operativi_direttiva_alluvioni_gen_13.pdf]] 6. **Direttiva Acque 2000/60/CE** [[http://www.direttivaacque.minambiente.it/documenti/Direttiva_2000-60-CE.pdf]] 7. **Rischio Idrogeologico** [[http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/normativa/dpcm_28_maggio_2015_rischio_idrogeologico.pdf]] 8. **Normativa Quadro sull’ambiente**, D.Lgs 152/2006, art. 68 bis – Contratti di Fiume (articolo introdotto dall'art. 59 della legge n. 221 del 2015) 1. I contratti di fiume concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree [[http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2006_0152.htm#068-bis]] come riportato da art. 59, D.Lgs 221/2015 [[http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2015_0221.htm]] 9. **Zona Speciale di Conservazione** (ZSC), Decreto 16 Marzo 2017 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Art. 1. Designazione delle ZSC 1. Sono designati quali Zone speciali di conservazione (ZSC) della regione biogeografi ca mediterranea i seguenti 60 siti insistenti nel territorio della Regione Molise, già proposti alla Commissione europea quali Siti di importanza comunitaria (SIC) ai sensi dell’art. 4, paragrafo 1, della direttiva 92/43/CEE: Tipo sito Codice Denominazione Area (Ha) B IT7212128 Fiume Volturno dalle sorgenti al Fiume Cavaliere 805 [[http://www.sanita24.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/QUOTIDIANO_SANITA/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/2017/04/08/20170406_081.pdf]] 10. **Legge Regionale del Molise** 22 aprile 2017, n.4 co. 7 “7. La Regione promuove l'utilizzo dei contratti di fiume di cui all'articolo 68-bis del d.lgs. n. 152/2006, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.” [[http://www.regione.molise.it/web/crm/lr.nsf/0/17E963466E387A88C12581440059F6AB?OpenDocument ]]   ==== Paesaggio archeologico ==== (LUCA COPPOLA) {{:6854036.jpg?400|}} Italia 1808 (https://www.davidrumsey.com/view/google-earth) === Premessa ==== Il territorio preso in esame coincide in maniera più generale con quello della "civiltà della transumanza", a partire dalla catena montuosa dell'Appennino abruzzese sino alla pianura del Tavoliere delle Puglie. Verrà stilato un database dei beni archeologici, a partire dall'epoca pre-protostorica, che interessa le Regioni Abruzzo-Molise-Puglia e che confluirà, a seguito di elaborazione gis, nella cartografia openStreetMap utilizzando lo strumento Umap. Scopo di questa analisi è il censimento dei "caratteri identitari" del territorio per orientare le scelte di valorizzazione all'interno di piani e programmi in corso di realizzazione o già attuati (art. 145, co. 2, let. del D. Lgs, 42/2004). In quest'ottica si propone, per ambiti più o meno ristretti a seconda delle aree selezionate: * una "CARTA DELLA MOBILTA'", per un turismo lento e per la fruizione ad ampio respiro del paesaggio culturale, al cui interno si evidenzia una matrice principale (ad esempio una "strada panoramica" che copre tutto il territorio della "civiltà della transumanza") a cui sono collegati percorsi turistici a vari livelli di difficoltà e di tematismo specifico (percorsi di archeotrekking e di cicloturismo, ippovie,...), monumenti, strutture ricettive, aree naturalistiche, e tutto ciò che esprime il concetto di carattere identitario menzionato nella fase di analisi. Il tutto, in via preliminare, potrebbe essere concepito su un buffer di interesse lungo la direttrice prescelta, all'interno del quale verranno georeferenziati ed informatizzati tutti i dati a disposizione. A chiusura di questo percorso è auspicabile la realizzazione di guide turistiche, mappe interattive e pannelli esplicativi da posizionare negli snodi viari e/o nei maggiori punti di concentrazione antropica (art. 143, co. 8 del D. Lgs, 42/2004). * la valutazione del "paesaggio degradato" (dissesto idrogeologico, urbanizzazione e consumo di suolo, piani industriali, ...) per poter programmare interventi di ripristino, riqualificazione o miglioramento di beni o aree paesaggistiche (art. 143, co. 1, let. f-g del D. Lgs, 42/2004) ai fini della tutela, della conservazione e della valorizzazione. === Analisi del territorio - CARTA DEI VALORI ==== {{:pastore_nella_nebbia_-_monte_miletto.jpg?600|}} Nella cartografia di seguito proposta si evidenziano una serie di elementi, a carattere storico-archeologico, che si localizzano all'interno del paesaggio della "civiltà della transumanza" e, più in particolare, riguardano il territorio della Regione Abruzzo. I dati provengono dal database della Regione Abruzzo-Sottopagina "Sistema delle conoscenze condivise - Valori" (http://opendata.regione.abruzzo.it/content/sistema-delle-conoscenze-condivise-valori) e sono costituiti da tutta una serie di informazioni (shape files suddivisi per tavolette, 54 in tutto) così nominate: Aree Urbane-valore storico; Beni storici, Case Terra, Comuni, Emergenze Flora_Vegetazione, Interesse archeologico, Opere fortificate, Perimetro urbano, Qualità geobotaniche, Regione interreg., Riserve, Valore Urbano, Valore Agronomico, Tholos, Tratturi, Sic, Zps, Riserve, Parchi,... In questo screenshot sono evidenziati solamente i layers relativi a Beni e Valori storici, aree di interesse archeologico,opere fortificate, tratturi e tholos. {{:la_civilta_della_transumanza_archeologia_abruzzo.jpg?600|}} === Analisi del territorio - Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga: CARTA DEI VALORI ==== Dall'analisi più approfondita della Carta dei Valori della Regione Abruzzo (http://opendata.regione.abruzzo.it/content/sistema-delle-conoscenze-condivise-valori) e da un esame della "Mappatura dei beni archeologici e arhitettonici" (redatta dall'Ente Parco nel 2003, Arch. Luigi Lenti) è stata effettuata una prima bozza di carta archeologica del territorio dell'area protetta. {{:parco_prova_1.jpg?600|}} ===== Metodologia di sviluppo del Project work -// Il Paesaggio della civiltà della transumanza// ===== __**1. Ricognizione vincoli paesaggistici**__ __**2. Ricostruzione diacronica**__ 2.1 Insediamenti-Pre/protostorici e assetto territoriale (Viabilità e scelte insediative) 2.2 Popolazioni Italiche e assetto territoriale (Viabilità e scelte insediative) 2.3 Colonizzazione Romana, città e territorio (Viabilità, centuriazione e scelte insediative) 2.4 Epoca tardo antica ed incastellamento medievale [2.5 Epoca moderna (1600-1800) - Stefano] __**3. Quadro programmatico**__ 3.1 Aree protette, riserve, Parchi 3.2 Piani Paesaggistici, Piani territoriali, 3.3 Life Europei, SIC, ZPS, ReteNatura 2000 3.4 Altro __**4. Idee progettuali**__ 4.1 Linee guida prioritarie, in base ai punti 1 e 2 (sopra), per la conservazione/recupero/valorizzazione dei beni paesaggistici indicando gli strumenti e le misure (incentivanti) per la realizzazione delle stesse. 4.2 La Carta della mobilità 4.3 Il Paesaggio degradato 4.4 Proposta di Piano per il Parco Nazionale del Matese 4.5 … Altro Ai fini della ricostruzione storica del paesaggio dell'"area vasta" (Punto 1, sopra) si propone **la schedatura dei siti**, **dei contesti territoriali e delle tracce**, sotto forma di scheda Word, all'interno delle quali saranno descritti sinteticamente i dati riguardanti quel sito/contesto territoriale/traccia e, sulla base dei quali, sarà effettuata l'analisi diacronica finale. Per sito si intende un'area dove sono conservate informazioni o anche indizi di una qualche attività umana (ad esempio un riparo in grotta preistorico, un tempio romano, un eremo o un'abbazia); per contesto territoriale (si veda anche CTS, Piano Paesaggistico della Puglia) si intendono quegli ambiti più vasti o areali in cui si concentrano più attività umane, stratificate e diversificate (ad esempio l'area archeologica di Amiternum, Saepinum, San Vincenzo al Volturno ,...); per traccia invece possiamo sintetizzare i dati di un elemento lineare quale una Via (preromana e romana) un tratturo, un acquedotto, ... __**SCHEDE TIPO**__ {{ ::scheda_contesto_territoriale.docx |}} {{ ::scheda_sito.docx |}} {{ ::scheda_traccia.docx |}} ===== Carta di distribuzione dei siti e delle aree archeologiche dell'area del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga ===== Dati emersi dall'esame di: 1) database della Regione Abruzzo-Sottopagina "Sistema delle conoscenze condivise - Valori" (Interesse e punti di interesse archeologico, Opere fortificate e Tratturi); 2) La Tavola del Piano dell'Ente Parco ("ambiente storico-culturale); 3) Mappatura dei beni architettonici ed archeologici del Parco, 2003; 4) P.T.P.R. Tav. B Regione Lazio; 5) P.T Coo. Provincia di Ascoli Piceno 6) per i centri antichi e per la viabilità "Carta delle opere fortificate della Regione Abruzzo" - 1986 e da Coarelli-La Regina 1993. ===== Carta diacronica areali Comuni Ente Parco ===== {{ ::carta_dei_siti_preistorici.xlsx |}} {{::01_epoca_preistoria.jpg?direct&600|}} {{ ::carta_dei_siti_protostorici.xlsx |}} {{::02_epoca_protostorica.jpg?direct&600|}} {{ ::carta_dei_siti_arcaico-italici.xlsx |}} {{::03_epoca_arcaica_-_italica.jpg?direct&600|}} {{ ::carta_dei_siti_romani.xlsx |}} {{ ::viabilita_antica.xlsx |}} {{ ::centri_antichi_parco.xlsx |}} {{::04_epoca_romana.jpg?direct&600|}} {{ ::carta_dei_siti_medievali.xlsx |}} {{::05_epoca_medievale.jpg?direct&600|}} {{ ::carta_dei_siti_moderni.xlsx |}} {{::06_epoca_moderna.jpg?direct&600|}} ===== Carta di distribuzione dei siti DI EPOCA ROMANA della Regione Abruzzo ===== Base openStreet Map, con sovrapposizione della viabilità antica (a partire dall'epoca romana) alla rete tratturale. {{ ::carta_dei_siti_di_epoca_romana_base_openstreetmap_20180425.jpeg?direct |}} Sono localizzati i principali centri antichi della Regione ed una maggiore concentrazione di presenze archeologiche nell'area del Parco Nazionale del Grans Sasso-dei Monti della Laga e lungo la rete tratturale. {{ ::carta_dei_siti_di_epoca_romana.xlsx |}} {{ ::carta_della_viabilita_antica.xlsx |}} {{ ::bozza_carta_archeologica.jpg |}} 25/04/2018, Assergi (AQ) ===== Mappa ===== {{url>https://umap.openstreetmap.fr/it/map/matrice_194943 100%,500 noscroll noborder}} Carta di distribusione dei sti/aree archeologiche e dei centri prinicpali (Città, santuari e grandi complessi monumentali) di epoca romana della Regione Abruzzo ==== Il Paesaggio Archeologico della Montagnola Molisana ==== (SERENA SCACCIAVILLANI) === Il Territorio ==== La Montagnola Molisana è una vasta area dell’Appennino Molisano che si colloca a nord del versante settentrionale dei Monti del Matese, in particolare si estende dal margine settentrionale del Monte Patalecchia (a sud) fino ai rilievi di Miranda, Pescolanciano, Civitanova del Sannio (a nord e nord- est) e dalla piana di Isernia (ad ovest) fino ai paesi di Acquevive, Frosolone, Macchiagodena (ad est e sud est), per una superficie complessiva di circa 245 km2 L’area ricade a cavallo dello spartiacque tra il bacino idrografico del Fiume Volturno, il bacino idrografico del Fiume Trigno ed il bacino idrografico del Fiume Biferno. Nonostante la sua estensione limitata è caratterizzata da condizioni geologico - naturalistiche uniche con una morfologia abbastanza articolata; l’intera area, infatti è attualmente un SIC (ftp://ftp.minambiente.it/PNM/Natura2000/Materiale%20Designazione%20ZSC/Molise/04_Misure%20di%20Conservazione/PdG_IT7212135.pdf). Tra i rilievi più importanti ci sono quelli della Montagnola (1421 m), che si innalza a sud dell’abitato di Civitanova del Sannio, di Colle dell’Orso (1393 m) e Colle Cervaro (1389 m), a nord-ovest di Frosolone, di M. Totila (1394 m), nel comprensorio di Pescolanciano e dei Monti di Carpinone. Tutto il territorio descritto rientra appieno nel più ampio contesto del “Paesaggio della Civiltà della Transumanza” proprio per l’ubicazione di alcuni Comuni (Pescolanciano, Civitanova del Sannio, Duronia) lungo l’asse tratturale principale Castel di Sangro-Lucera e la presenza non secondaria di tratturelli che permettevano di raggiungere zone d’altura impervie e di difficile accesso nonché Comuni (Sessano del Molise, Frosolone) particolarmente vocati all’attività pastorale. {{ :immagine_sic_montagnola.docx |}} === Caratterizzazione storico- culturale e archeologica: i Comuni di Frosolone e Civitanova del Sannio ==== Il sistema ambientale e paesaggistico del territorio della Montagnola tutta, ed in particolare dei comuni di Frosolone e Civitanova del Sannio ha permesso di far pervenire, sino ai giorni nostri, tracce molto evidenti di storia del popolamento umano antico: ampiamente attestata è l’antichissima presenza di complessi litici appartenenti al periodo Preistorico in particolar modo al Paleolitico medio e Superiore, nonché al Neolitico. Ben attestata è la presenza di aree d’altura fortificate di epoca Sannita sia nel territorio di Frosolone (Civitelle) che in quello di Civitanova del Sannio (Civita). Le fonti scritte fanno riferimento anche ad attestazioni più recenti riguardanti la presenza di complessi Benedettini di molti dei quali non si ha più traccia. ====== Pianificazione paesaggistica e territoriale del paesaggio della transumanza ====== //Antonia Serena Bove, 09/04/2018 22:44 // L’area presa in esame comprende diverse regioni del centro – sud Italia: Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise e Puglia. E’ necessario, quindi, fare una breve ricognizione dei principali strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica delle Regioni in questione per cogliere al meglio le caratteristiche dell’area in esame, ed elaborare le migliori strategie per la pianificazione e valorizzazione di questo territorio. ===== Abruzzo ===== Il Piano Regionale Paesistico dell’Abruzzo attualmente in vigore è stato approvato il 21 Marzo 1990, con cartografia aggiornata al 2004. Il Piano è organizzato secondo i seguenti ambiti: //Ambiti Montani// Monti della Laga, fiume Salinello Gran Sasso Maiella – Morrone Monti Simbruini, Velino Sirente, Parco Nazionale d'Abruzzo //Ambiti costieri// Costa Teramana Costa Pescarese Costa Teatina //Ambiti fluviali// Fiume Vomano – Tordino Fiumi Tavo – Fino Fiumi Pescara - Tirino – Sagittario Fiumi Sangro - Aventino Secondo l’art. 3 delle Norme Tecniche del Piano, il piano regionale paesistico: * Elenco puntatodefinisce le "categorie da tutela e valorizzazione" per determinare il grado di conservazione, trasformazione ed uso degli elementi (areali, puntuali e lineari) e degli insiemi (sistemi); * individua - sulla base delle risultanze della ponderazione del valore conseguente alle analisi dei tematismi - le zone di Piano raccordate con le "categorie di tutela e valorizzazione”; * indica, per ciascuna delle predette zone, usi compatibili con l'obiettivo di conservazione, di trasformabilità o di valorizzazione ambientale prefissato; * definisce le condizioni minime di compatibilità dei luoghi in rapporto al mantenimento dei caratteri fondamentali degli stessi, e con riferimento agli indirizzi dettati dallo stesso P.R.P. per la pianificazione a scala inferiore; * prospetta le iniziative per favorire obiettivi di valorizzazione rispondenti anche a razionali esigenze di sviluppo economico e sociale; * individua le aree di complessità e ne determina le modalità attuatine mediante piani di dettaglio stabilendo, altresì, i limiti entro cui questi possono apportare marginali modifiche al P.R.P.; * indica le azioni programmatiche individuate dalle schede progetto sia all'interno che al di fuori delle aree di complessità che necessitano di piani di dettaglio Il D.Lgs n.42/2004, noto come “Codice dei Beni Culturali e del Pesaggio” obbliga le Regioni a dotarsi di Piano Paesaggistico o, per le Regioni che hanno già il Piano, ad affettuare una verifica e adeguamento alle nuove indicazioni dettate dallo stesso decreto. E’ per questo che nel 2004 è stato costituito un gruppo di progettazione, composto dai rappresentanti della Regione e delle quattro Province abruzzesi. Al piano vigente si vuole sostituire un piano che abbia le seguenti caratteristiche: * interessa l’intero territorio regionale; * determina obiettivi di qualità paesaggistica e relativi indirizzi progettuali * integra e aggiorna le analisi del territorio, inserendo nuovi parametri di riferimento come geomorfologia, aspetti naturalistico – ambientali, storico – culturali, simbolici e antropici, in linea con quanto stabilito dalla Convenzione Europea del Paesaggio. {{ :schema_pp_abruzzo.jpg?400 |}} //Impostazioni del nuovo piano paesaggistico regionale [Fonte: Regione Abruzzo]// ===== Campania ===== Con il Piano Territoriale Regionale della Campania (PTR), approvato nel 2006, sono state adottate le Linee Guida per la pianificazione paesistica provinciale del paesaggio in Campania e la Carta dei paesaggi della Campania. Con questi documenti la Regione Campania ha attuato i contenuti della Convenzione Europea del Paesaggio nel Piano Territoriale Regionale (Ptr). Come indicato sul sito internet della Regione Campania, in un comunicato stampa diffuso il 2 dicembre 2006: '[..]La Carta dei paesaggi ha valore di statuto del territorio, e costituirà la cornice unitaria di riferimento per la pianificazione paesaggistica delle cinque province, lungo un percorso concordato dalla Regione con i due ministeri interessati (Beni culturali ed Ambiente)' Nell’estate 2016 Regione e MIBACT, procedendo secondo quanto dichiarato dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, firmano l’accordo per la redazione del nuovo piano paesaggistico, che da quanto dichiarato dal vicepresidente della Regione con delega all’ambiente e all’Urbanistica, Fulvio Bonavitacola, sarà formato da un “puzzle” di quindici macro aree omogenee. Le quindici macro aree saranno costituite tenendo conto delle rispettive caratteristiche paesaggistiche identitarie. I quindici gruppi di lavoro che si occuperanno del Piano dovranno occuparsi della ricognizione dei vincoli, della cartografia, delle norme tecniche di attuazione e delle scelte di pianificazione. In base alla Convenzione Europea del Paesaggio del 2000, il Piano non dovrà basarsi solo su congelamenti di vincoli e di tutele, ma dovrà essere un piano di azione attivo, con interventi per valorizzare il territorio. ==== Molise ==== Attualmente in Molise non vige un piano paesaggistico unitario, ma la pianificazione territoriale è costituita dall’insieme di otto Piani Territoriali Paesistico – Ambientali di Area Vasta (P.T.P.A.A.V.), che sono riferiti a singole parti del territorio regionale. Questi piani sono stati redatti ai sensi della Legge Regionale n.24 del 1989, e sono: {{ :pp_molise.jpg?600 |}} * Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta n. 1 "Basso Molise": interessa i Comuni di Campomarino, Guglionesi, Montenero di Bisaccia, Setacciato, Portocannone, S. Giacomo degli Schiavoni, S. Martino in Pensilis, Termoli * Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta n. 2 "Lago di Guardialfiera - Fortore molisano": interessa i Comuni di Bonefro, Casacalenda, Collotorto, Guardialfiera, Larino, Lupara, Montelongo, Montorio dei Frentani, Morrone del Sannio, Provvidenti, Rotello, S. Croce di Magliano,m S. Giuliano di Puglia, Ururi * Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta n. 3 "Massiccio del Matese": interessa i Comuni di Cantalupo del Sannio, Roccamandolfi, San Massimo, Boiano, San Polo Matese, Campochiaro, Guardiaregia, Sepino * Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta n. 4 "della Montagnola - Colle dell'Orso": interessa i Comuni di Carpinone, Chiauci, Civitanova del Sannio, Frosolone, Macchiagodena, S. Elena Sannita, Sessano del Molise, S. Maria del Molise, Isola Amm.va di Pescolanciano * Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta n. 5 "Matese settentrionale": interessa i Comuni di Castelpetroso, Castelpizzuto, Longano, Monteroduni, Pettoranello del Molise, Sant'Agapito * Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta n. 6 "Medio Volturno Molisano": interessa i Comuni di Conca Casale, Pozzilli, Sesto Campano, Venafro * Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta n. 7 "Mainarde e Valle dell'Alto Volturno": interessa i Comuni di Acquaviva d'Isernia, Castel San Vincenzo, Cerro al Volturno, Colli al Volturno, Filignano, Forli del Sannio, Fornelli, Macchia d'Isernia, Montaquila, Montenero, Valcocchiara, Pizzone, Rionero Sannitico, Rocchetta al Volturno, Scapoli * Piano Territoriale Paesistico-Ambientale di Area Vasta n. 8 "Alto Molise": interessa i comuni di Agnone, Belmonte del Sannio, Capracotta, Carovilli, Castel del Giudice, Castelverrino, Pescolanciano, Pescopennataro, Pietrabbondante, Poggio Sannita, S. Angelo del Pesco, S. Pietro Avellana, Vastogirardi Questi piani ricoprono circa il 60% del Molise. Un ulteriore 13% del territorio regionale, non ricompreso negli otto piani paesistici, è sottoposto a tutela con provvedimenti ministeriali (DM e Galassini), da verbali di commissioni provinciali e, in due casi particolari (Isernia e Miranda), da una semplice pubblicazione all’albo comunale a cui non è stato dato seguito con opportuni provvedimenti. Il 25 Gennaio 2018 viene firmato un Protocollo d’Intesa tra la Regione Molise, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per l’elaborazione congiunta del piano paesaggistico esteso a tutto il territorio regionale. Nel protocollo è possibile rinvenire diverse informazioni, tra cui: * la Regione ha iniziato il percorso di revisione della pianificazione paesaggistica vicenda subito dopo la pubblicazione del D. Lgs 42/2004, con l’affidamento di alcuni incarichi per la redazione di studi ai sensi dell’articolo 143 del Codice del Beni Culturali e del Paesaggio. Questi lavori sono “L’interpretazione del Paesaggio Molisano”, eseguito dall’Università di Roma e “Rischi del Paesaggio Molisano” dell’Università di Pescara e l’elaborazione di una Carta dei beni culturali su supporto G.I.S. * la collaborazione fra Regione Molise e Università degli Studi del Molise ha prodotto diversi elaborati: la ricognizione dell’intero territorio regionale e l’aggiornamento dei dati territoriali, con nuove acquisizioni in materia naturalistica (habitat e geositi). Questi elaborati forniscono la base per l’inizio dell’elaborazione del nuovo Piano Paesaggistico Regionale. ==== Basilicata ==== Anche nella Regione Basilicata il Piano Paesaggistico è in via di redazione. La situazione è abbastanza simile a quella della Regione Molise, in quanto anche qui è stato firmato il Protocollo d’Intesa fra la Regione, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per l’elaborazione congiunta del piano paesaggistico Inoltre è stato redatto il documento che sancisce i criteri metodologici per la per la ricognizione, delimitazione e rappresentazione degli Immobili e delle aree dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi dell'articolo 136 e delle aree tutelate per legge ai sensi dell'articolo 142 del D.Lgs. n. 42/2004 e ss.mm.ii.) e per la ricognizione, delimitazione e rappresentazione dei Beni Culturali ai sensi degli artt. 10 e 45 del D.Lgs. n. 42/2004 e ss.mm.ii.). Tale documento è stato redatto dalla Direzione Generale del Dipartimento Ambiente e Energia Al fine della redazione del Piano Paesaggistico, inoltre, è stato effettuato il censimento e la georeferenziazione dei beni culturali e paesaggistici, che hanno portato alla realizzazione di un sistema, costantemente aggiornato, costituito da: * Cartografia digitale in ambiente GIS, dove sono individuati gli areali dei beni oggetto di vincolo * Data base “Beni”, contenente le principali informazioni relative al singolo bene tutelato ed al relativo decreto * Catalogo “Immagini”, contenente le scansioni di tutti i provvedimenti di vincolo corredati della pertinente documentazione agli atti e delle schede identificative dei beni paesaggistici validate dalla Regione e dal MiBACT. ==== Puglia ==== La Regione Puglia dispone di uno dei Piani Paesaggistici più completi e innovativi d’Italia. Il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) segue una struttura di seguito riportata * Quadro conoscitivo/Atlante del Patrimonio Ogni strumento di pianificazione è basato su un’accurata conoscenza del territorio. Costituiscono, dunque, questa parte del Piano, tutti i materiali descrittivi sui quali i piani e i progetti basano le loro scelte. Lo scopo è quello di finalizzare la descrizione della Puglia e dei suoi caratteri identitari, per identificarli come potenziali risorse per il progetto del futuro territorio. Le cartografie dell’Atlante possono essere immaginate come disposte secondo strati sovrapposti. E’ formato da: - Descrizioni analitiche - Descrizioni strutturali di sintesi - Interpretazioni statuarie di sintesi * Il progetto del Territorio/Scenario Strategico Questa parte del piano indica le grandi strategie del piano, che saranno da guida ai progetti sperimentali, agli obiettivi di qualità paesaggistica, alle norme tecniche. E’ formato da: - Obiettivi generali del PPTR: strategia, azioni e politiche a livello regionale - Progetti integrati sperimentali: da svilupparsi come progetti attuativi nella fase successiva di gestione - Linee guida: per una serie di tematiche rilevanti - Specificazione degli obiettivi di qualità paesaggistica a livello degli ambiti * Schede degli ambiti paesaggistici. Sono dei sistemi territoriali e paesaggistici individuati ad una scala subregionale caratterizzati da particolarità di carattere fisico – ambientale, storico – insediativo e culturale che ne definiscono una forte identità paesaggistica * Obiettivi di qualità, indirizzi, direttive, prescrizioni. Una relazione che indica le linee guida da adottare in caso di particolari interventi sul paesaggio, come ad esempio la progettazione e localizzazione di impianti di energia rinnovabile. * Il sistema delle tutele/beni e ulteriori contesti paesaggistici. Individua le aree ed i beni sottoposti a ulteriori vincoli che prescindono il PPTR. Si parla di: - Struttura idrogeomorfologica - Struttura ecosistemica e ambientale - Struttura antropica e storico-culturale - Struttura ecosistemica e ambientale - Componenti botanico/vegetazionali - Componenti delle aree protette e dei siti naturalistici - Struttura antropica e storico-culturale - Componenti culturali e insediative - Componenti dei valori percettivi ===== Usi civici ===== (Gianmaria Di Paolo) ==== Definizione e classificazione degli usi civici ==== “Per usi civici s’ intendono i diritti spettanti ad una collettività organizzata o no in una persona giuridica a sé, ma comunque, concorrente a formare l’elemento costitutivo di un Comune o di un’altra persona giuridica pubblica; e ai singoli che la compongono, e consistenti nel trarre alcune utilità elementari dalle terre, dai boschi e dalle acque di un determinato territorio.” Negli usi civici sono comprese anche le consuetudini. che non sono veri usi civici, ma utilità secondarie: ad es. la raccolta di legna secca abbandonata, di erbe palustri e la caccia. Un’ altra definizione ci è fornita da Curis: “Gli usi civici sono quei diritti di godimento che tutti gli abitanti di un Comune o di una frazione, uti cives, hanno sopra determinate terre appartenenti al comune, alla frazione e ai privati. Quando tali diritti vengono esercitati sopra tutto oppure su una parte del territorio di un altro Comune o frazione, insieme con i cittadini di questi ultimi, si chiamano usi o diritti promiscui” E’ importante sottolineare la natura dell’ uso civico come un diritto di carattere personale , il quale comprende in sé elementi di diritto pubblico. Un’ altra definizione molto precisa e chiara è quella di D’ Avanzo: “L’ uso civico consiste in un particolare diritto attribuito alle popolazioni di un Comune , di ricavare dal terreno appartenente o a un Comune, o a un privato, determinate utilità”. === Uso civico e demanialità === La natura pubblicistica delle terre di uso civico che non va confusa con la demanialità. Comuni ad entrambi sono i caratteri della inalienabilità, imprescrittibilità. Le terre civiche sono incommerciabili e insuscettibili di mutamento di destinazione. Tuttavia sono state ammesse, in via eccezionale, fattispecie che giustificano la commerciabilità del bene in oggetto: la legittimazione, l’ assegnazione a categoria e successiva autorizzazione amministrativa, la quotizzazione e la affrancazione e la conciliazione. === Tipologie di usi civici === Durante il Regno di Napoli,il 10 marzo 1810 Gioacchino Murat divise gli usi civici in tre classi: La prima classe tratta gli usi civici essenziali, quelli “che riguardano lo stretto uso personale necessario al mantenimento dei cittadini”, come il pascere, l’acquare, il pernottare, il coltivare con una corrisposta al padrone; legnare per lo stretto uso del fuoco. Per gli istrumenti rurali , la fabbricazione di manici e per gli edifici( le travature), cavar pietre o occupare suoli di abitazione. La seconda classe comprende”una parte eziandio d’industria”, tra cui immettere animali a soccida, scuotere i frutti pendenti, cuocer calce per mercimonio, essere preferito ai compratori stranieri nella vendita. La terza classe è costituita dagli usi civici dominicali (partecipazione ai frutti e al dominio del fondo), quali far piante ortalizie senza prestazione, seminare pure senza prestazione, o con semplice ricognizione della signoria, grano per uso proprio o marzaticio, partecipare al diritto di fida da pagare sul pascolo sui demani comunali e sulle “difese” ,sui demani feudali , sui fondi rustici e sui fondi privati. === Le categorie degli usi civici === Le categorie degli usi civici si diversificavano in base alle terre su cui gravavano: usi civici su terre di privati (al fine di garantire a una collettività il diritto fondamentale di trarre utilità elementari da fondi altrui);.Esso è un uso civico di portata limitata, mentre il godimento del resto spetta al proprietario delle terre. usi civici su terre appartenenti alla collettività stessa che può essere un Comune, una frazione, un’ associazione agraria. E’ questo lo sfruttamento del demanio comunale più ampio, con gli usi civici su terre altrui. Esso è un godimento completo rispettando i limiti del regolamento che si è data la collettività nel pubblico interesse usi civici su terre private e assegnate ai comuni in sede di liquidazione; usi civici su terre acquistate, o comunque occupate dalle collettività, per aver modo di estendere le ripartizioni, o ad esse pervenute a qualsiasi titolo; usi civici promiscui tra popolazioni di collettività diverse. Essa comprende le comunioni e le promiscuità degli usi civici, o del loro esercizio. Più che un uso civico, ha come origine o un titolo o l’ usucapione ossia l’ acquisto del diritto di sfruttare le terre di altre collettività. Dal punto di vista giuridico può essere definita come un condominio che concepisce la proprietà frazionata e la cui utilizzazione è reciprocamente limitata. La legge del 1927, art.4 prevede i diritti essenziali e i diritti utili. I primi , detti anche personali, assicurano i bisogni della vita quali i diritti di pascere, di abbeverare il bestiame, di raccogliere legna e di seminare mediante corrisposta al proprietario. I secondi, quelli utili, sono ad uso industriale per fare commercio. La legge del 1927 afferma che “ in generale”si tratta di diritti che consentono di servirsi del fondo in modo “da ricavarne vantaggi economici, che eccedano quelli che sono necessari al sostentamento personale e familiare”. === Dove e quanti sono i terreni comunali === Gli usi civici che interessano i terreni comunali, si dividono in due tipologie: quelli di proprietà dei comuni e quelli gravati da uso civico. I primi, beni patrimoniali, rientrano nella libera disponibilità del Comune come fosse un qualsiasi proprietario, gli altri sono soggetti a limitazioni dovute ai diritti delle popolazioni. Essi rivestono una superficie totale di circa 3.506.000 ettari, pari a poco più del 10% del patrimonio terriero nazionale. Di essi il 73,7% è in montagna, il 19,7% in collina e il restante 6,7% in pianura . Circa 2.290.000 ettari risultano gravati da usi civici. In generale i pascoli e i boschi sono goduti in natura e in comunione, gratuitamente o con un modesto canone a favore del Comune; i seminativi sono in genere distribuiti in appezzamenti tra gli utenti. ==== "Fondo Atti Demaniali" - Usi Civici ==== Le vicende demaniali del Molise, dalla eversione della feudalità, sono presenti nell’importantissimo fondo conservato presso l’Archivio di Stato di Campobasso “Atti Demaniali”, 1807 – 1954, si tratta di quotizzazioni, confinazioni, controversie tra i comuni ed i baroni e reintegre. Durante la mia permanenza in Archivio e dalla breve esperienza di tirocinio, ho avuto modo di leggere diversi documenti riguardanti gli “usi civici”. Allego alcuni esempi di documenti con relative foto. {{ :img-20180413-wa0021.jpg?400 |{{:img-20180413-wa0021.jpg?300|}} //Ripalimosani, 5 agosto 1890// Lettera del Sindaco di Ripalimosani [Cannavina] indirizzata al Prefetto di Campobasso riguardante la impossibilità, da parte del Comune, di redigere il regolamento degli usi civici. Ripalimosani, Atti demaniali, b. 3, fasc. 24 //“Porgendo riscontro alla nota a stampa al margine segnata, riferisco alla S.V. Ill.ma quanto segue: Questo Comune per la mancanza di terreni demaniali comunali, e per la mancanza di boschi comunali o di altri fondi, non trovasi aver redatto il regolamento degli usi civici prescritto dalla circolare del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio del di 24 marzo 1873, Atti 4584-34-118. Per tal ragione non posso adempiere alla richiesta fattomi col foglio sopra menzionato."// //Ripalimosani, 26 maggio 1909// Lettera del Sindaco di Ripalimosani indirizzata al Prefetto di Campobasso riguardante la impossibilità, da parte del Consiglio comunale, di deliberare i regolamenti per gli usi civici sui terreni demaniali. Ripalimosani, Atti demaniali, b. 3, fasc. 24 //“Porgendo riscontro alla circolare a mano segnata, pregami significare a V.S. Ill.ma, che non posso provocare da questo Consiglio Comunale alcuna deliberazione in ordine ai 3 schemi di regolamenti per gli usi civici sui terreni demaniali, trovandosi questo Comune privo di terreni demaniali riguardanti il pascolo, la raccolta di legna morta e la cessione di legname verde.” // //Fondi, 9 agosto 1940// Lettera dell’Istruttore Perito Demaniale geom. Ferrero Ferrini indirizzata al Regio Commissario di Napoli riguardante la determinazione del canone da applicarsi alle ditte da legittimarsi -con allegata relazione. Ripalimosani, Atti demaniali, b. 3, fasc. 24. //“Nel progetto di sistemazione demaniale per il comune di Ripalimosani, dallo stato degli occupatori risultavano cinque ditte, proposte dal sottoscritto per la reintegra. Una di esse, e precisamente quella indicata al n.1, in testa a Jamarino Antonio Desiderio fu Antonio, fu riportata nello stato degli occupatori per errore materiale, poiché in possesso del Comune ,giusta nota del sottoscritto in data 16 luglio corrente anno. Poiché in seguito a chiarimenti contenenti nella stessa nota sopracitata, le occupazioni possono legittimarsi in quanto i possessori vi hanno cominciato ad eseguire sostanziali e permanenti migliorie, il sottoscritto Perito, ha determinato il canone che deve pagare ogni occupatore. A ciò si è adempiuto stabilendo la natura delle migliorie, il valore del terreno occupato con migliorie, il valore del terreno senza migliorie, cioè il valore del fondo nello stato di origine al momento dell’ occupazione. Applicando a questo valore del terreno il tasso legale del 4% si è ricavato il canone per ogni occupazione, il tutto come dal nuovo stato degli occupatori, allegato alla presente relazione. Ciò è quanto posso e debbo riferire alla nota di V.E. trasmessami in data 5 corrente.” // //Roma, 22 giugno 1906// Lettera del Ministro dell’Agricoltura, Industria e Commercio indirizzata al Prefetto di Campobasso, riguardante il taglio di alberi del bosco “ Faiete”. Campobasso, Atti demaniali, b. 2, fasc. 25. //“Codesta Ispezione forestale ha trasmesso al Ministero per l’approvazione, il progetto di taglio della seconda sezione del bosco “Faiete”, dichiarandolo di proprietà patrimoniale di codesto comune. Prima di provvedere sul detto progetto, prego la S. V. di voler disporre accurate indagini in base agli atti esistenti presso l’archivio demaniale di codesta Prefettura e presso l’archivio della Provincia allo scopo di accertare la natura giuridica del bosco in parola”.// ===== Arberia ===== {{:comuni_arberia.jpg?400|}} Molise Coast https://molisecoast.com/campomarino/ Campomarino è una ridente e tranquilla cittadina di mare, con una spiaggia larga e lunga fino al confine con la Puglia, dove esiste ancora un esempio stupendo di macchia mediterranea. Un paesaggio incantevole si può ammirare dal terrazzo che affianca il borgo antico e la chiesa di Santa Maria a mare che, fino a qualche decennio fa, era popolato da gente di origine albanese, bravissimi agricoltori. Interessanti reperti archeologici dimostrano le sue origini lontane nel tempo. Situato a meno di un chilometro di distanza dal paese, Campomarino Lido è oggi località prediletta per un turismo estivo di natura balneare. Con il suo porticciolo turistico recentemente costruito e le sue spiagge circondate da pinete che arrivano fino alla foce del fiume Biferno, Campomarino è una meta assolutamente da non perdere. Oggi, Campomarino è anche la città del vino per eccellenza che per gli amanti permette di visitare cantine di produttori singoli e associati con il merito di aver avviato, più che altrove, l’immagine del vitigno autoctono “Tintillia”. Giorgio Castriota Skanderbeg e la Tradizione Arbëresh Ricordi e memorie • Campomarino https://molisecoast.com/poi/giorgio-castriota-scanderbeg-e-la-tradizione-arberesh/ Campomarino risale a epoche remotissime. Da alcuni scavi archeologici effettuati in località Difensola sarebbero emersi un abitato paleolitico risalente all’età del ferro XII-XI secolo a. C. e una località romanica identificabile con Cliternia, come viene attestato dalla tipologia dei ritrovamenti. Nel XI secolo fu scelta dai templari, i quali ebbero nella zona molti possedimenti testimoniando il passaggio dei pellegrini e dei crociati diretti in Terra Santa. Successivamente, Campomarino fu occupata dai longobardi e dai normanni. Ma tra tutte le popolazioni, quella albanese è stata l’unica a ripopolare il paese nel XV secolo, contribuendo alla rinascita di una località che presto assunse il carattere etnico delle popolazioni e delle famiglie arbëreshe. La religiosità della popolazione, radicata nei rituali della tradizione greco-bizantina, è visibile nei ruderi di un’Antica Cappella intitolata ai Santi Pietro e Paolo, mentre il corso principale del paese ricorda l’eroe albanese Giorgio Castriota Skanderbeg, le cui gesta eroiche gli hanno assegnato il titolo di Atleta di Cristo. La storia ci tramanda che nel 1466 Campomarino fu raggiunta da Albanesi in fuga dai Turchi. Ancora oggi si conservano gli antichi usi e il tipico dialetto di quella popolazione. Durante gli anni che andavano dal 1461 al 1470, Giorgio Castriota Skanderbeg (principe di Krujia Albania) inviò un corpo di spedizione di circa 5.000 albanesi guidati dal nipote Coiro Stresio, in aiuto a Ferrante I D’Aragona nella lotta controGiovanni d’Angiò. Quindi, le popolazioni subirono quella che fu, nella storia delle colonie albanesi in Italia, la terza migrazione. I coloni albanesi rifondarono le terre e vissero, convivendo pacificamenteper lungo tempo, con la popolazione locale. Ururi, Campomarino e Santa Croce di Magliano, furono ripopolate da albanesi richiamati in quei territori dai feudatari laici o ecclesiastici, come Andrea da Capua che, avendo acquistato il casale di Campomarino, lo assegnò nel 1495 ad una colonia di albanesi. Le famiglie principesche albanesi hanno tramandato usi, costumi e lingua. Infatti, ancora oggi, pur nella sua forma esclusivamente orale, resiste l’arbëreshe, un idioma che negli ultimi decenni è sottoposto a un veloce declino, ma che allo stesso tempo si cerca di preservare. Le popolazioni albanesi, insediatesi nei territori fondarono agglomerati urbani molto simili a quelli dei paesi d’origine. La struttura urbanistica che caratterizzava le abitazioni e lo stile di vita di queste popolazioni era la Gjtonja, un quartiere dove si svolgeva la vita sociale degli abitanti, con abitazioni costruite su due piani con scale esterne e loggiato, ancora esistenti nel centro storico di Campomarino. Nel corso dei secoli, la popolazione albanese si è unita a quella locale. Oggi, di quell’antica stirpe, solo la lingua ne conserva la preziosa memoria. Nonostante Campomarino sia italo-albanese, le località di Campomarino Lido, Nuova Cliternia, Ramitelli e Contrada Cianaluca, hanno avuto una storia a sé rispetto al capoluogo comunale, e non appartengono interamente alla cultura arbëreshe. Tratturo L'Aquila-Foggia, tratto Campomarino Ambiente • Campomarino https://molisecoast.com/poi/tratturo-laquila-foggia-tratto-campomarino/ Il Tratturo L’Aquila-Foggia, con i suoi 244 km, è il più lungo e il più importante dei cinque Regi Tratturi: per questo motivo, è chiamato anche Tratturo Magno. Il tratto di Campomarino è l’ultimo in territorio molisano. I Regi Tratturi costituiscono una preziosa testimonianza di percorsi formatisi in epoca protostorica in relazione a forme di produzione economica e di assetto sociale basate sulla pastorizia, perdurati nel tempo e rilanciati a partire dall’epoca normanno-sveva e in seguito angioina e aragonese. Rappresentano un frammento di storia: conservati per oltre sette secoli e arricchiti di ulteriori stratificazioni storiche, costituiscono il più imponente monumento della storia economica e sociale dei territori dell’Appennino Abruzzese-Molisano e del Tavoliere delle Puglie. Il Tratturo Magno è quello dell’Adriatico per eccellenza. Convogliava le enormi greggi provenienti dai massicci del Gran Sasso, da parte del Sirente e dalla Majella fino ai vasti pascoli del Tavoliere delle Puglie, sfiorando in più occasioni le sponde del Mar Adriatico. Questo tratturo è infatti l’unico dove le pecore e i pastori arrivavano a toccare l’acqua del mare. Dal Tratturo Magno si diparte e poi si ricongiunge il Tratturo Centurelle-Montesecco, collegato a metà strada dal Tratturo Lanciano-Cupello. Il suo percorso tra l’Abruzzo e la Puglia attraversa il Molise: Montenero di Bisaccia, Petacciato, Termoli, San Giacomo degli Schiavoni, Guglionesi, Portocannone, San Martino in Pensilis, Campomarino. Il percorso parte da L’Aquila nei pressi della Chiesa di S. Maria di Collemaggio, entra in Molise, degrada verso il fiume Fortore e raggiunge il Tavoliere delle Puglie, dove a Foggia termina ricongiungendosi al tratturo proveniente da Celano. Lungo il percorso, ancora oggi, si osservano numerose chiese campestri o chiese tratturali per il riparo e il conforto dei pastori, come la chiesa di San Paolo di Peltuinum e la chiesa di Santa Maria dei Cintorelli, da dove si separa il Tratturo Centurelle-Montesecco. Il Tratturo L’Aquila-Foggia è stato oggetto, negli ultimi anni, di un sistematico studio da parte dell’associazione abruzzese Tracturo 3000che dal 1997 lo ripercorre ogni anno in 9 tappe. ===== I Paesi di Arbëreshë in Molise – Itinerario Culturale, Rurale e Agriculturale ==== (MALVINA KOLIÇI) === Gli Arbëreshë a Molise === Gli Arbëreshë, detti anche albanesi d’italia sono una minoranza etnico-linguistica albanese storicamente stanziata in italia meridionale (Molise, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia). Gli Arbereshe in Italia, sono pozicionati in dieci province: Cosenza, Catanzaro, Crotone, Potenza, Foggia, Taranto, Campobasso, Palermo, Avellino e Pescara, Originariamente provenienti dalla Morea e dalla Ciamuria (odierna Grecia), si stabilirono in italia tra il XV e il XVIII secolo in seguito alla morte del celebre eroe nazionale Giorgio Castiota Scanderbeg. Si stima che gli Arbereshe siano circa 100.000 e parlano una lingua variante del tosco (lingua dell’antica Albania del sud) che con il passare degli anni è stata tramandata oralmente e modificata con influenze italiane e che attualmente è tutelata dalla legge 482/1999. Quando l’Albania cadde in mano turca, divenendo parte periferica dell’impero Ottomano, i territori albanesi furono saccheggiati, distrutti e aspramente stravolti e, successivamente, fortemente islamizzati. Agli albanesi non rimase che emigrare in diaspora, così come disse Scanderbeg “non una semplice fuga dall’Albania sottomessa ai turchi, bensì l’espressione più profonda del loro attaccamento alla fede e alla libertà”. I primi arbereshe che approdarono in Italia erano tradizionalmente soldati stradioti, anche al servizio del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia e della Repubblica di Venezia. Molti degli esuli delle migrazioni successive alla prima appartenevano alle più rinomate classi sociali albanesi fedeli alla ortodossia cattolica, tra cui capi militari, sacerdoti, nobili e aristocratici consanguinei di Giorgio Castriota, che li aveva guidati nell’epica lotta contro gli infedeli ottomani. Nel XV secolo, infatti, Alfonso d’Aragona, re di Napoli, per contrastare le rivolte dei baroni locali, sollecitate dagli Angioini, fece venire dall’Albania gruppi di mercenari. Da questo momento in poi le migrazioni furono sempre più frequenti. L’ultimo gruppo di albanesi fu guidato da Giorgio Castriota Scanderbeg, l’eroe nazionale albanese che aveva arrestato l’avanzata dei Turchi di Maometto II. Perché Scandeberg giunse in Italia? Perché doveva appoggiare militarmente Ferrante, re di Napoli, succeduto ad Alfonso d’Aragona. In cambio, i soldati ottennero terre e proprietà: in virtù di ciò il primo nucleo di albanesi si stabilì definitivamente in Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. Nella Provincia di Campobasso, sono 4 i comuni albanesi: Ururi, Portocannone, Campomarino, Montecilfone. (http://quotidianomolise.com/storia-degli-arbereshe/) L’identità italo-albanese: gli arbereshe Due sono state le motivazioni dell’accoglienza albanese dalle popolazioni autoctone meridionali. 1. La prima fu perché gli albanesi vennero considerati martiri della fede cristiana: avevano combattuto e frenato l’avanzata turca; 2. la seconda perché le carestie, le pestilenze, i terremoti avevano indotto i contadini a lasciare le campagne e i proprietari terrieri, per il proprio vantaggio, offrirono ai profughi la possibilità di insediarsi e lavorare le campagne. Gli insediamenti albanesi più compatti e omogenei diedero vita a comunità italo-albanese, gli arbereshe. Gli elementi identificativi sono stati e sono la religione, rito bizantino di lingua greca, l’arbërisht, lingua parlata di forma dialettale che si collega con la variante linguistica del sud dell’Albania, da dove ha avuto origine la diaspora. (http://www.ilsudchenontiaspetti.it/paesi-arb%D1%91resh%D1%91-lucani/) === Le characteristiche degli paesi Arbëreshë === Nella zona di riferimento, nel corso dei secoli sono giunte da oriente popolazioni croate e albanesi: tre paesi croato-molisani (Acquaviva Collecroce, Montemitro, San Felice del Molise) e quattro centri arbëreshë (Ururi, Portocannone, Montecilfone e Campomarino) sono presenti nella zona basso-molisana e questo rappresenta una peculiarità e un arricchimento culturale dell’area. Queste popolazioni hanno condiviso con le genti originarie del posto la medesima cultura, incentrata su interessanti commistioni tra attività agricole, pastorali e marinare. (Annali Del Turismo - http://www.geoprogress.eu/wp-content/uploads/2016/05/AT2012.pdf ) {{::e._scheda_degli_paesi_arberesh.jpg?400|}} * Territorio Rurale e Agricultura I paesi di Arbëresh hanno caratteristiche comuni che possono essere utilizzate per sviluppare un progetto che li vincoli tutti in un intero itinerario. Il primo lineamento si referisce all territorio. Questi paesi sonno situati in un territorio ricco, rurale (esclusa Campomarino – che e al mare) che condividono l’amore per la terra, lavorandola per alimentarsi e per motivi commerciali. Questi Paesi sono conosciuti per la coltivazione della vitte e produzione dell vino, coltivazione delle olive, grano e altre culture. Gli quarto paesi arberesh nell Molise produrrono vino e fano l’esporto all estero. Il Campomarino e anche conosciuto come la Citta Del Vino e ha vinto anche premi per la qualita dei suoi prodotti. Queste caratteristiche parlano di un charater di questi paesi, che si uniscono in uno solo proggeto. * Le tradizioni ricce di linguagio unico, folclore e dei Tradizioni Specifiche come: Le Carresi del Molise: storia e tradizioni secolari - Le Carresi di San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone. {{:foto_storiche_delle_carrese.jpg?400|}} San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone sono alcuni dei comuni in cui vengono celebrate le carresi. Anche queste carresi appartengono al medesimo ed antichissimo ciclo rituale della rinascita primaverile e dell’approssimarsi del raccolto, al quale la comunità affida le sue speranze di sopravvivenza. Ururi e Portocannone hanno una particolarità: sono due comuni di origine arbëreshe, ossia di origine albanese. La ricorrenza delle manifestazioni in due paesi di origine albanese potrebbe far supporre una provenienza del rito dall’altra sponda dell’Adriatico; in realtà, numerose testimonianze confortano la teoria di un’origine autoctona, ed addirittura Sannitica, del complesso cerimoniale. * San Martino in Pensilis Di grande rilievo sul piano storico-culturale, la corsa dei carri in onore del patrono San Leo che si svolge nella piccola comunità di San Martino in Pensilis il 30 aprile di ogni anno. Si tratta di una corsa vera e propria. I carri, attualmente tre, vengono trainati da buoi e si contendono la vittoria. Tutta la festa ha un preciso cerimoniale. La corsa si svolge su un percorso di 9 Km e prende avvio dal tratturo. Vi ricordate dei tratturi? Ve ne abbiamo parlato qui. L’assegnazione del posto di partenza non è casuale: infatti, il primo posto viene lasciato al carro vincitore nell’anno precedente. A metà percorso avviene il cambio dei buoi, caratteristica unica nelle manifestazioni di questo genere. La gara termina davanti alla chiesa. Il carro vincitore ha l’onore di trasportare in processione il busto di S. Leo il successivo due maggio. La competizione è vivissima e i carri, ormai da secoli, si dividono vittorie e sconfitte * Ururi La corsa che si svolge a Ururi è forse collegata all’istituzione della festa della Croce in legno di Gesù, croce portata in Italia da Sant’ Elena. Qui la corsa si svolge tradizionalmente il 3 maggio. A Ururi il giorno della corsa, i carri si recano davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie dove, nel silenzio più assoluto, viene impartita la benedizione ai buoi, ai carrieri e ai cavalieri. Successivamente i carri, seguiti dai sostenitori, si avviano alla partenza. Anche ad Ururi la disposizione dei carri va in ordine di merito, secondo l’arrivo dell’anno precedente. La corsa inizia a 4 km dal paese e termina sullo spazio antistante alla chiesa S. Maria delle Grazie. La gara lascia tutti con il fiato sospeso ed ogni anno la vittoria è combattuta e non scontata. Infatti, il primo carro a giungere in paese è costretto a seguire un percorso di 19 m più lungo. Ed ogni volta è una sorpresa. Il successivo 4 maggio, il carro vincente porta in processione la reliquia del Legno della Croce. {{:le_carrese.jpg?400|}} * Portocannone La corsa si svolge ogni anno il lunedì seguente la Pentecoste e viene celebrata la Madonna di Costantinopoli. La vittoria della corsa viene contesa da due carri trainati da quattro buoi, Giovani e Giovanotti. I carri e i rispettivi cavalieri si portano a circa 3 km dall’abitato e si dispongono secondo l’ordine di arrivo dell’anno precedente. Su ciascuno prendono posto tre conducenti; un cavaliere si pone davanti ai buoi con il compito di guidare il carro, altri accompagnano incitando i buoi con lunghe aste di legno. L’arrivo è fissato sul sagrato della chiesa. Anche in questo caso, il carro vincitore avrà l’onore di portare in processione la Madonna di Costantinopoli. Per gli arbereshe, i carri sono usati in memoria degli precedenti. Si si pensa che tramite i carri, gli arbereshe avevano scelto il luogo in cui sarebbero posizionati. * La carrese di Larino Tra le carresi che abbiamo appena elencato, quella di Larino spicca per le sue peculiarità e la sua storia. Quella di Larino è, infatti, la più antica manifestazione molisana. La tradizione vuole che la festa risalga al lontano 842, quando i larinesi entrarono in possesso delle reliquie di San Pardo, custodite a Lucera, in provincia di Foggia. Ed è proprio a San Pardo che è dedicata questa meravigliosa tradizione. La prima grande e sostanziale differenza con le carresi precedentemente viste sta nella processione. A Larino, infatti, i carri, sempre trainati da buoi, procedono a passo d’uomo, senza competizione. San Pardo, patrono della città e della diocesi, viene sentitamente festeggiato il 25, il 26 e il 27 maggio di ogni anno. La manifestazione è, allo stesso tempo, semplice e ricca. https://blog.biotravel.it/carresi-molise-storia-tradizioni/ === Proposta: Project Work === * I Paesi di Arbëreshë in Molise - Paessaggi Rurali, Agriculturali e Tradizione “Arberesh Brand” – Un itinerario Turistico nell paesaggio degli paesi Arberesh Promozione del paesaggio Arberesh come un’ brand, in linea con il Piano strategico del turismo, per un’ turismo unico, diffuso sul territorio. Il progetto deve tener conto delle strategie turistiche del Molise come regione, ma dare a questo nucleo la possibilità di presentarsi come una cultura specifica non solo come tradizione ma anche come espressione nel territorio stesso. {{:f._schema_della_communicazione_delle_paesi_arbereshe.jpg?400|}} ===== IDEA PROGETTUALE E QUADRO PROGRAMMATICO ===== //Antonia Serena Bove// Si potrebbero individuare due metodologie progettuali: * Strategia di riqualificazione: ricognizione dei paesaggi particolarmente degradati, o di elementi significativi da riqualificare (edifici di interesse storico in abbandono, archeologia industriale, aree archeologiche da riqualificare etc) e individuare le strategie attuabili * Strategia di valorizzazione: ricognizione degli elementi di pregio, sia paesaggistici che puntuali, presenti sul territorio e individuare le strategie di promozione attuabili La rete tratturale rappresenta il collante di questi luoghi. ==== Riferimenti ==== ===== Sottopagine ===== ===== Collegamenti esterni ===== * [[https://umap.openstreetmap.fr/it/map/patrimonio-di-roma_110596|Apri la mappa a tutta pagina]] * [[https://www.reter.info/notizie/mappa-mondo/45-beni-di-roma-capitale|I beni di Roma Capitale: 1. La guerra dei Commons di Roma - 2. La resa dei conti del patrimonio romano]] ==== Riferimenti ====