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progetti [18/04/2018 11:18] Stefano Simoncini [Usi civici] |
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====== Project Work ===== | ====== Bozza Project Work ===== |
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===== Mappa ===== | ===== Mappa ===== |
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==== Il Sistema Idorgrafico ==== | ====== Il Sistema Idorgrafico ====== |
(SILVIA INCOLLINGO) | (SILVIA INCOLLINGO) |
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* 2. Le porte del parco fluviale del fiume Ofanto,il Patto per la bioregione e il Contratto di fiume | * 2. Le porte del parco fluviale del fiume Ofanto,il Patto per la bioregione e il Contratto di fiume |
* 3. Progetto di Corridoio Ecologico multifunzionale del fiume Cervaro | * 3. Progetto di Corridoio Ecologico multifunzionale del fiume Cervaro |
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| ==== Fiume Volturno dalle Sorgenti al Fiume Cavaliere ==== |
| === Inquadramento territoriale === |
| {{url>https://umap.openstreetmap.fr/it/map/volturno_204529#7/41.213/16.428 100%,500 noscroll noborder}} |
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| L'area di studio presa in esame si trova a margine del territorio su cui si innesta la Rete Tratturale, pur non intercettandola. |
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| Nello specifico i comuni oggetto di analisi sono: |
| * Castel San Vincenzo |
| * Rocchetta a Volturno |
| * Cerro al Volturno |
| * Colli a Volturno |
| * Montaquila |
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| Questi presentano caratteristiche simili a quelle di altri comuni limitrofi che fanno parte dell'Alto Volturno e sono interessati dalla transumanza, come ad esempio Montenero Valcocchiara, Forlì del Sannio e Rionero Sannitico. |
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| {{::01_tav_incollingo.jpg?900|}} |
| {{::02_tav_incollingo.jpg?900|}} |
| {{::03_tav_incollingo.jpg?900|}} |
| {{::04_tav_incollingo.jpg?900|}} |
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| === Ambiente e Territorio === |
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| {{url>https://umap.openstreetmap.fr/it/map/contratto-di-fiume_ambiente-e-territorio_211737#11/41.6080/14.1497 100%,500 noscroll noborder}} |
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| === Bacino idrografico | Fiume Volturno === |
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| L'ente preposto alla gestione del bacino idrografico del Fiume Volturno è **L'Autorità di Bacino dei Fiumi Liri - Garigiano e Volturno** individuata dal **Piano Paesistico della Regione Molise**. |
| La documentazione inerente è reperibile al seguente link: |
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| Di seguito sono riportate le caratteristiche del territorio di bacino del Volturno tratte dal sito dell'Autorità di bacino consultabile al link: |
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| [[http://www.autoritadibacino.it/]] |
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| //"Il Volturno rappresenta il principale fiume dell'Italia meridionale; a livello nazionale è il sesto per estensione del bacino (5.550 km²) e dodicesimo per lunghezza (175 km²). Il Bacino del Volturno si sviluppa su un'area ricadente principalmente nelle Regioni Campania (235 Comuni) e Molise (46 Comuni) ed in minima parte nelle Regioni Abruzzo (2 Comuni), Puglia (3 Comuni), Lazio (5 Comuni), e comprende 292 comuni suddivisi tra 9 Province. "Il territorio del bacino ha una forma vagamente trapezoidale con il lato lungo secondo la direttrice NO-E. Nella parte più settentrionale, in territorio molisano, il bacino si estende fino alle pendici del M. Greco ed ai monti della Meta nel Parco Nazionale D’Abruzzo. Procedendo verso SE il confine attraversa via via il Massiccio del Matese, i Monti del Sannio fino ai Monti della Daunia dove il bacino Volturno lambisce in maniera molto marginale i territori del foggiano. Proseguendo, si giunge nelle zone più meridionali; qui il limite corre lungo i monti Picentini per poi risalire verso NO". Superata la zona di Avellino il confine si insinua nel massiccio isolato di Montevergine ed alle pendici di quello del Taburno, per poi lambire l’abitato di Caserta e, cambiando direzione, proseguire verso Ovest parallelamente al corso del Volturno fino alla foce. Nella parte NO infine il limite di bacino coincide con quello del Liri-Garigliano e, attraversando poi i massicci del Monte Maggiore e del Roccamonfina si richiude lungo il lato destro del Volturno delimitando anche il bacino chiuso del canale Agnena Savone. Il bacino del Volturno risulta costituito dall’insieme di due grandi sub-bacini: - il primo è quello relativo all’asta principale del Volturno che ha una lunghezza di175 Km, - il secondo invece è quello del fiume Calore lungo ben 132 Km. Lo spartiacque naturale tra i due sub-bacini si sviluppa secondo una direttrice Nord-Sud a partire dal massiccio del Matese, ed attraverso la piana di Amorosi fino al Monte Taburno."// |
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| === Rete Natura 2000 | Aree SIC e ZPS === |
| Di seguito sono riportati degli stralci relativi alle singole aree di interesse tratti dai Formulari della Rete Natura 2000. |
| Il materiale completo è reperibile al seguente link: |
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| [[http://www.regione.molise.it/web/grm/ambiente.nsf/0/4A4D333C181C6E63C125757C003EFE54?OpenDocument]] |
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| == Fiume Volturno dalle sorgenti al Fiume Cavaliere == |
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| **Codice sito** |
| IT7212128 |
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| **Caratteristiche generali del sito** |
| Nella parte settentrionale si trova un'ampia area pianeggiante adiacente alle sorgenti del Volturno interessata da seminativi. Associati a questi sono presenti sistemi particellari complessi e aree miste con coltivazioni e spazi naturali; su un versante a ridosso del margine occidentale di questa sono collegate delle aree cespugliate a Juniperus oxycedrus a mosaico con prati e pascoli. Poco distante è |
| presente la cenosi boscata dominata da Quercus pubescens; le restanti formazioni a latifoglie sono quelle che seguono con una fascia più o meno continua di Salix alba e populus alba il corso del Volturno, fino ad arrivare alla confluenza con |
| il Cavaliere, in corrispondenza della quale è da segnalare una bella ontaneta ad Alnus glutinosa. |
| CLIMA: regione temperata, termotipo collinare superiore, ombrotipo umido inferiore. |
| GEOLOGIA: argille sabbiose, limi, sabbie scure finissime e grossolane, travertini talora scoperti o intercalati a ciottoli calcari, terreni umiferi scuri. |
| SUOLI: mollisuoli haploxerolls entic, entisuoli xerofluvents. |
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| **Qualità e importanza** |
| L'alta valle del Volturno, inserita in un contesto paesaggistico quale la catena delle Mainarde, è caratterizzata da numerose tipologie di habitat che compongono un meraviglioso mosaico ambientale con un elevato valore naturalistico e scientifico. Gli habitat acquatici e quelli terrestri, strettamente associati ai primi, determinano la presenza di specie animali (Vertebrati e Invertebrati) e di associazioni vegetali di grande importanza per la conservazione della biodiversità. E' da segnalare la presenza (forse non solo sporadica) della lontra |
| (Lutra lutra) e di una ricca ornitofauna. |
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| **Vulnerabilità** |
| Il sito è stato sottoposto ad una forte azione antropica da trasformazione (captazione delle acque, imbrigliamento degli argini, cementazione ecc.) che renderebbe necessari ed urgenti adeguati provvedimenti di tutela e ripristino di questo importantissimo patrimonio naturale. Sono presenti discariche nel bacino idrografico. Sarebbe inoltre opportuno creare un equilibrio tra i cespuglieti dell'habitat 5210 e i prati dell'habitat 6210 legati al pascolo. |
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| == Valle Porcina - Torrente Vandra - Cesarata == |
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| **Codice sito** |
| IT7212168 |
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| **Caratteristiche generali del sito** |
| La tipologia di copertura del suolo più diffusa è quella dei boschi di latifoglie, suddivisibile in un bosco dominato da Quercus frainetto Ten accompagnato da Q. cerris L. nelle aree pianeggianti, un bosco dominato da Quercus pubescens Willd. s.l. lungo i versanti e dei popolamenti a Quercus ilex L. subsp. ilex in corrispondenza delle aree con maggiore acclività. |
| Il 10% del territorio è occupato da cenosi arbustive con Rosa sp.pl., Prunus spinosa L. subsp. spinosa, Rubus sp., Emerus majus Mill. s.l. (= Coronilla emerus L. subsp. emerus), Carpinus orientalis Mill. subsp. orientalis, Pistacia terebinthus L. subsp. terebinthus. |
| Da notare che il 20% del territorio è coperto da seminativi non irrigui. |
| CLIMA: regione temperata, termotipo collinare inferiore, ombrotipo umido inferiore. |
| GEOLOGIA: argille sabbiose, limi, sabbie scure, arenarie con marne e argille. |
| VEGETAZIONE: L'habitat 6210 è presente nella sua forma prioritaria. |
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| **Qualità e importanza** |
| Area importante per la varietà di habitat presenti. In particolare la valle Porcina svolge un ruolo (in gran parte potenziale finchè non verrà tutelata) di corridoio faunistico tra le due più importanti catene montuose del Molise, Matese e Mainarde, come testimonia la presenza del Lupo. E' da segnalare la presenza, forse non solo sporadica, della lontra (Lutra lutra) e di una ricca ornitofauna ed erpetofauna. |
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| **Vulnerabilità** |
| Le strategie di conservazione dovrebbero concentrarsi sul recupero della vegetazione ripariale e in particolare sulla gestione delle sponde del fiume Vandra che potrebbe ospitare maggiormente i diversi tipi di habitat igrofili ora poco rappresentati per la forte pressione antropica soprattutto di natura agricola. Sono inoltre auspicabili interventi mirati all'aumento della presenza dell'habita 6220* che si presenta a scala di estremo dettaglio ed è molto dipendente, tra l'altro, dalle condizioni climatiche. Altre minacce sono: taglio incontrollato, ceduazione eccessiva, erosione, discariche, strade con numerosi accessi. |
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| == Monte San Paolo - Monte La Falconara == |
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| **Codice sito** |
| IT7212169 |
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| **Caratteristiche generali del sito** |
| La quasi totalità del sito è ricoperta dal bosco di latifoglie che si articola in 4 fitocenosi principali. Il versante orientale di Monte S.Paolo è occupato da una formazione dominata da Quercus ilex. La quasi totalità del versante meridionale è interessato da un bosco a Quercus pubescens e Carpinus orientalis, talvolta degradato a boscaglia. Il versante settentrionale, più mesofilo, ospita boschi a cerro, mentre sui versanti più acclii sono presenti lembi di bosco a Ostrya carpinifolia. Alle formazioni boschive si raccordano, come ecotoni, le macchie e le praterie aride. |
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| **Qualità e importanza** |
| Per la qualità di conservazione degli ambienti l'area risulta di importanza elevata nonostante l'utilizzo antropico, che però ha lasciato formazioni boschive diversificate tra loro e in buono stato. Area di collegamento tra le formazioni mediterranee e quelle montane delle Mainarde, di elevato valore paesaggistico e naturalistico. E' frequentata da una ricca fauna (Canis lupus, Ursus arctos). |
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| **Vulnerabilità** |
| Ceduazione, pascolo, caccia, strade, discarica. |
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| == Forra di Rio Chiaro == |
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| **Codice sito** |
| IT7212170 |
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| **Caratteristiche generali del sito** |
| La forra di Rio Chiaro si è formata in conseguenza dell'azione erosiva del Rio Chiaro, che, però, da alcuni anni è interessato solo dallo scorrimento delle acque piovane in quanto la falda che lo alimentava è stata destinata ad altro uso. La conseguenza è che il fiume è secco per la maggior parte dell'anno. |
| Clima: Termotipo montano inferiore, Ombrotipo umido inferiore. |
| Geologia:calcareniti bianche ben stratificate e calcari saccaroidi con frammenti di rudiste. |
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| **Qualità e importanza** |
| Ambiente profondamente alterato per le captazioni idriche che ne hanno prosciugato il letto. In alcune piccole pozze si riproduce Rana italica. |
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| **Vulnerabilità** |
| Una corretta gestione del sito passa per un uso del bosco che non ne snaturi le caratteristiche; tali strategie di gestione sono particolarmente agevolate dal fatto che l'habitat 91AA* è ubicato lungo un pendio molto scosceso. |
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| == Pantano Zittola - Feudo Valcocchiara == |
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| **Codice sito** |
| IT7212126 |
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| = Gruppo della Meta - Catena delle Mainarde - Bosco Monte di Mezzo-Monte Miglio-Pennataro-Monte Capraro-Monte = |
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| **Codice sito** |
| IT7212121 |
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| == Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ed aree limitrofe == |
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| **Codice sito** |
| IT7120132 |
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| == Cesa Martino == |
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| **Codice sito** |
| IT7212174 |
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| === Piano Paesistico | Area 7 === |
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| La zona di studio rientra nella **Area 7** individuata dal **Piano Paesistico della Regione Molise**. |
| La documentazione inerente è reperibile al seguente link: |
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| [[http://www.regione.molise.it/web/servizi/serviziobeniambientali.nsf/fac382af29309379c1256c8c006171e7/520900d0f0d2fff5c12573b5002c10fb?OpenDocument]] |
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| La pagina generale del Piano Paesistico è consultabile qui |
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| [[http://www.regione.molise.it/web/servizi/serviziobeniambientali.nsf/web/servizi/serviziobeniambientali.nsf/(InfoInternet)/1CC1B1650F4D4985C125722200380EB8?OpenDocument]] |
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| === Riferimenti Normativi e Linee Guida === |
| == Contratto di Fiume == |
| **Cosa sono i Contratti di Fiume** |
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| //Il Contratto di Fiume è un **accordo** tra soggetti che hanno responsabilità nella gestione e nell’uso delle acque, nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente. Si tratta di uno “strumento volontario di programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale”. |
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| Il Contratto di Fiume è uno strumento che mira a raggiungere gli obiettivi delle Direttive Europee sulle Acque (2000/60/CE) e sulle Alluvioni (2007/60/CE) **supportando e promuovendo politiche e iniziative volte a consolidare comunità fluviali resilienti, riparando e mitigando**, almeno in parte, **le pressioni** dovute a decenni di urbanizzazione sregolata. |
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| Da molto tempo i corsi d’acqua lombardi e, in particolare, quelli che attraversano l’area metropolitana milanese si trovano in situazioni critiche: inquinamento, crescente urbanizzazione e artificializzazione delle sponde sono solo alcune delle cause di degrado dell’ambiente fluviale e della scarsa qualità delle acque. |
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| Sono territori, pertanto, fragili e sempre più vulnerabili agli eventi meteo estremi determinati dal **cambiamento climatico; fiumi e territori fortemente modificati che hanno perso buona parte della loro naturale capacità di risposta alle pressioni**.// |
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| == Documenti == |
| Carta Nazionale dei Contratti di Fiume |
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| [[http://www.contrattidifiume.it/export/sites/default/it/doc/Azioni/CARTA-NAZIONALE-DEI-CONTRATTI-DI-FIUME_DEF2012.pdf]] |
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| Definizione e requisiti qualitativi di base dei Contratti di Fiume |
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| [[http://www.contrattidifiume.it/export/sites/default/it/doc/pubblicazioni/Definizione-e-requisiti-qualitativi-di-base-dei-Contratto-di-Fiume.pdf]] |
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| == Link riferimenti normativi == |
| 0. Link per scaricare la normativa nazionale e regionale |
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| [[http://www.regione.molise.it/web/servizi/serviziobeniambientali.nsf/(InfoInternet)?SearchView&SearchOrder=4&SearchWv=TRUE&SearchMax=200&Count=200&Start=1&Query=[area1]+contains+105xyNormativaxynormativa]] |
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| 1. **Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio**, D.Lgs 42/2004 e successive modifiche |
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| [[http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2004_0042.htm]] |
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| 2. **Convenzione Europea del Paesaggio 2000** |
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| [[http://www.convenzioneeuropeapaesaggio.beniculturali.it/uploads/2010_10_12_11_22_02.pdf]] |
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| 3. **Direttiva Quadro 2000/60/CE** |
| Politiche sistemiche di riqualificazione delle acque superficiali e sotterranee, creando obiettivi comuni con altre normative europee che promuovono l’utilizzo di strumenti di governance e sussidiarietà per attuare le politiche ambientali. |
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| [[http://www.direttivaacque.minambiente.it/documenti/Direttiva_2000-60-CE.pdf]] |
| |
| 4. **Direttiva Habitat 92/42/CEE** |
| Creazione di una rete ecologica europea |
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| [[http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CONSLEG:1992L0043:20070101:IT:PDF]] |
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| 5. **Direttiva Rischio Alluvioni 2007/60/CE** |
| Gestione del rischio alluvioni |
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| [[http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/vari/documento_definitivo_indirizzi_operativi_direttiva_alluvioni_gen_13.pdf]] |
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| 6. **Direttiva Acque 2000/60/CE** |
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| [[http://www.direttivaacque.minambiente.it/documenti/Direttiva_2000-60-CE.pdf]] |
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| 7. **Rischio Idrogeologico** |
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| [[http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/normativa/dpcm_28_maggio_2015_rischio_idrogeologico.pdf]] |
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| 8. **Normativa Quadro sull’ambiente**, D.Lgs 152/2006, art. 68 bis – Contratti di Fiume |
| (articolo introdotto dall'art. 59 della legge n. 221 del 2015) |
| 1. I contratti di fiume concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree |
| |
| [[http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2006_0152.htm#068-bis]] |
| |
| come riportato da art. 59, D.Lgs 221/2015 |
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| [[http://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2015_0221.htm]] |
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| 9. **Zona Speciale di Conservazione** (ZSC), Decreto 16 Marzo 2017 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare |
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| Art. 1. |
| Designazione delle ZSC |
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| 1. Sono designati quali Zone speciali di conservazione (ZSC) della regione biogeografi ca mediterranea i seguenti 60 siti insistenti nel territorio della Regione Molise, già proposti alla Commissione europea quali Siti di importanza comunitaria (SIC) ai sensi dell’art. 4, paragrafo 1, della direttiva 92/43/CEE: |
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| Tipo sito Codice Denominazione Area (Ha) |
| B IT7212128 Fiume Volturno dalle sorgenti al Fiume Cavaliere 805 |
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| [[http://www.sanita24.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/QUOTIDIANO_SANITA/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/2017/04/08/20170406_081.pdf]] |
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| 10. **Legge Regionale del Molise** 22 aprile 2017, n.4 co. 7 |
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| “7. La Regione promuove l'utilizzo dei contratti di fiume di cui all'articolo 68-bis del d.lgs. n. 152/2006, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.” |
| |
| [[http://www.regione.molise.it/web/crm/lr.nsf/0/17E963466E387A88C12581440059F6AB?OpenDocument |
| ]] |
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{{:6854036.jpg?400|}} | {{:6854036.jpg?400|}} |
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| Italia 1808 (https://www.davidrumsey.com/view/google-earth) |
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=== Premessa ==== | === Premessa ==== |
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{{::01_archeopngsml_20180504_open_street_map.jpeg?600|}} | ===== Carta diacronica areali Comuni Ente Parco ===== |
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Base OpenStreetMap: in rosa i siti e le aree di interesse archeologico/architettonici ("mappatura 2003"), in giallo i "valori" della tavola del Piano dell'Ente Parco; in viola le aree di interesse archeologiche perimetrate dalla Regione Abruzzo; in verde i siti di interesse archeologico ed in marrone i tratturi perimetrate dalla Regione Abruzzo; in rosso le città e la viabilità antica da "Carta delle opere fortificate della Regione Abruzzo" - 1986 e da Coarelli-La Regina 1993. | {{ ::carta_dei_siti_preistorici.xlsx |}} |
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{{::01_archeopngsml_20180504.jpeg?600|}} | {{::01_epoca_preistoria.jpg?direct&600|}} |
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| {{ ::carta_dei_siti_protostorici.xlsx |}} |
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Cartografia di base IGM 1:25000: in rosa i siti e le aree di interesse archeologico/architettonici ("mappatura 2003"), in giallo i "valori" della tavola del Piano dell'Ente Parco; in viola le aree di interesse archeologiche perimetrate dalla Regione Abruzzo; in verde i siti di interesse archeologico ed in marrone i tratturi perimetrate dalla Regione Abruzzo; in rosso le città e la viabilità antica da "Carta delle opere fortificate della Regione Abruzzo" - 1986 e da Coarelli-La Regina 1993. | {{::02_epoca_protostorica.jpg?direct&600|}} |
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| {{ ::carta_dei_siti_arcaico-italici.xlsx |}} |
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===== Carta di distribuzione dei siti e delle aree archeologiche della Regione Abruzzo ===== | {{::03_epoca_arcaica_-_italica.jpg?direct&600|}} |
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Dati emersi dall'esame di: 1) database della Regione Abruzzo-Sottopagina "Sistema delle conoscenze condivise - Valori" (Interesse e punti di interesse archeologico, Opere fortificate e Tratturi). | {{ ::carta_dei_siti_romani.xlsx |}} |
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| {{ ::viabilita_antica.xlsx |}} |
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{{::il_paesaggio_della_civilta_della_transumanza.jpeg?600|}} | {{ ::centri_antichi_parco.xlsx |}} |
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| {{::04_epoca_romana.jpg?direct&600|}} |
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| {{ ::carta_dei_siti_medievali.xlsx |}} |
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| {{::05_epoca_medievale.jpg?direct&600|}} |
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| {{ ::carta_dei_siti_moderni.xlsx |}} |
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| {{::06_epoca_moderna.jpg?direct&600|}} |
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| ===== Carta di distribuzione dei siti DI EPOCA ROMANA della Regione Abruzzo ===== |
| Base openStreet Map, con sovrapposizione della viabilità antica (a partire dall'epoca romana) alla rete tratturale. |
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| {{ ::carta_dei_siti_di_epoca_romana_base_openstreetmap_20180425.jpeg?direct |}} |
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| Sono localizzati i principali centri antichi della Regione ed una maggiore concentrazione di presenze archeologiche nell'area del Parco Nazionale del Grans Sasso-dei Monti della Laga e lungo la rete tratturale. |
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| {{ ::carta_dei_siti_di_epoca_romana.xlsx |}} |
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| {{ ::carta_della_viabilita_antica.xlsx |}} |
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| {{ ::bozza_carta_archeologica.jpg |}} |
| 25/04/2018, Assergi (AQ) |
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| ===== Mappa ===== |
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| {{url>https://umap.openstreetmap.fr/it/map/matrice_194943 100%,500 noscroll noborder}} |
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| Carta di distribusione dei sti/aree archeologiche e dei centri prinicpali (Città, santuari e grandi complessi monumentali) di epoca romana della Regione Abruzzo |
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Base OpenStreetMap: elaborazione dati dei siti e delle aree di interesse archeologico/architettonico perimetrate dalla Regione Abruzzo; in rosso i tratturi del paesaggio della civiltà della transumanza. | |
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Dall'analisi dei dati a disposizione, di cui si faceva riverimento sopra (elaborati della Regione Abruzzo, Ente Parco e Piani Paesaggistici Lazio e Marche), è emersa una carta di sintesi di distribuzioni dei siti e dellle aree archeologiche più significative del PERIODO ROMANO per l'area dell'Ente Parco. | |
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{{::periodo_romano_parco_ritaglio.jpeg?600|}} | |
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Carta di distribuzione (base openStreetMap) della viabilità antiche, dei principali centri e dei nuclei insediamentali di epoca romana, connessi con la rete tratturale. | |
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===== IDEA PROGETTUALE E QUADRO PROGRAMMATICO ===== | |
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==== Riferimenti ==== | |
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| ===== I Paesi di Arbëreshë in Molise – Itinerario Culturale, Rurale e Agriculturale ==== |
| (MALVINA KOLIÇI) |
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===== Sottopagine ===== | |
<panel type="primary" title="Indice dei contenuti" icon="glyphicon glyphicon-list"> | |
<catlist progetti: -noHead -addPageButtonEach> | |
</panel> | |
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===== Collegamenti esterni ===== | === Gli Arbëreshë a Molise === |
* [[https://umap.openstreetmap.fr/it/map/patrimonio-di-roma_110596|Apri la mappa a tutta pagina]] | |
* [[https://www.reter.info/notizie/mappa-mondo/45-beni-di-roma-capitale|I beni di Roma Capitale: 1. La guerra dei Commons di Roma - 2. La resa dei conti del patrimonio romano]] | |
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| Gli Arbëreshë, detti anche albanesi d’italia sono una minoranza etnico-linguistica albanese storicamente stanziata in italia meridionale (Molise, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia). |
| Gli Arbereshe in Italia, sono pozicionati in dieci province: Cosenza, Catanzaro, Crotone, Potenza, Foggia, Taranto, Campobasso, Palermo, Avellino e Pescara, |
| Originariamente provenienti dalla Morea e dalla Ciamuria (odierna Grecia), si stabilirono in italia tra il XV e il XVIII secolo in seguito alla morte del celebre eroe nazionale Giorgio Castiota Scanderbeg. Si stima che gli Arbereshe siano circa 100.000 e parlano una lingua variante del tosco (lingua dell’antica Albania del sud) che con il passare degli anni è stata tramandata oralmente e modificata con influenze italiane e che attualmente è tutelata dalla legge 482/1999. Quando l’Albania cadde in mano turca, divenendo parte periferica dell’impero Ottomano, i territori albanesi furono saccheggiati, distrutti e aspramente stravolti e, successivamente, fortemente islamizzati. Agli albanesi non rimase che emigrare in diaspora, così come disse Scanderbeg “non una semplice fuga dall’Albania sottomessa ai turchi, bensì l’espressione più profonda del loro attaccamento alla fede e alla libertà”. I primi arbereshe che approdarono in Italia erano tradizionalmente soldati stradioti, anche al servizio del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia e della Repubblica di Venezia. Molti degli esuli delle migrazioni successive alla prima appartenevano alle più rinomate classi sociali albanesi fedeli alla ortodossia cattolica, tra cui capi militari, sacerdoti, nobili e aristocratici consanguinei di Giorgio Castriota, che li aveva guidati nell’epica lotta contro gli infedeli ottomani. |
| Nel XV secolo, infatti, Alfonso d’Aragona, re di Napoli, per contrastare le rivolte dei baroni locali, sollecitate dagli Angioini, fece venire dall’Albania gruppi di mercenari. Da questo momento in poi le migrazioni furono sempre più frequenti. L’ultimo gruppo di albanesi fu guidato da Giorgio Castriota Scanderbeg, l’eroe nazionale albanese che aveva arrestato l’avanzata dei Turchi di Maometto II. Perché Scandeberg giunse in Italia? Perché doveva appoggiare militarmente Ferrante, re di Napoli, succeduto ad Alfonso d’Aragona. In cambio, i soldati ottennero terre e proprietà: in virtù di ciò il primo nucleo di albanesi si stabilì definitivamente in Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. |
| Nella Provincia di Campobasso, sono 4 i comuni albanesi: Ururi, Portocannone, Campomarino, Montecilfone. (http://quotidianomolise.com/storia-degli-arbereshe/) |
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| L’identità italo-albanese: gli arbereshe |
| Due sono state le motivazioni dell’accoglienza albanese dalle popolazioni autoctone meridionali. |
| 1. La prima fu perché gli albanesi vennero considerati martiri della fede cristiana: avevano combattuto e frenato l’avanzata turca; |
| 2. la seconda perché le carestie, le pestilenze, i terremoti avevano indotto i contadini a lasciare le campagne e i proprietari terrieri, per il proprio vantaggio, offrirono ai profughi la possibilità di insediarsi e lavorare le campagne. Gli insediamenti albanesi più compatti e omogenei diedero vita a comunità italo-albanese, gli arbereshe. Gli elementi identificativi sono stati e sono la religione, rito bizantino di lingua greca, l’arbërisht, lingua parlata di forma dialettale che si collega con la variante linguistica del sud dell’Albania, da dove ha avuto origine la diaspora. (http://www.ilsudchenontiaspetti.it/paesi-arb%D1%91resh%D1%91-lucani/) |
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| === Le characteristiche degli paesi Arbëreshë === |
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==== Gli usi civici dal Medioevo all'Età moderna ==== | Nella zona di riferimento, nel corso dei secoli sono giunte da oriente popolazioni croate e albanesi: tre paesi croato-molisani (Acquaviva Collecroce, Montemitro, San Felice del Molise) e quattro centri arbëreshë (Ururi, Portocannone, Montecilfone e Campomarino) sono presenti nella zona basso-molisana e questo rappresenta una peculiarità e un arricchimento culturale dell’area. Queste popolazioni hanno condiviso con le genti originarie del posto la medesima cultura, incentrata su interessanti commistioni tra attività agricole, pastorali e marinare. (Annali Del Turismo - http://www.geoprogress.eu/wp-content/uploads/2016/05/AT2012.pdf ) |
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Gli usi civici sono la conseguenza di diritti, consuetudini, usi antichissimi. Più analizziamo le origini della civiltà tanto più riscontriamo l’ uso comunistico delle terre. Gli usi civici medievali sono , in gran parte, la ripetizione delle proprietà collettiva romana e germanica caratterizzata dal bisogno di riservare agli abitanti delle zone rurali pascoli e boschi suddivisi tra tutti i membri della comunità affinché fossero garantiti le condizioni minime per vivere. | * Territorio Rurale e Agricultura |
Gli usi civici furono una proprietà collettiva ripartita tra l’associazione e i singoli, tra il villaggio e i vicini, dove si | I paesi di Arbëresh hanno caratteristiche comuni che possono essere utilizzate per sviluppare un progetto che li vincoli tutti in un intero itinerario. |
| Il primo lineamento si referisce all territorio. Questi paesi sonno situati in un territorio ricco, rurale (esclusa Campomarino – che e al mare) che condividono l’amore per la terra, lavorandola per alimentarsi e per motivi commerciali. Questi Paesi sono conosciuti per la |
| coltivazione della vitte e produzione dell vino, coltivazione delle olive, grano e altre culture. |
| Gli quarto paesi arberesh nell Molise produrrono vino e fano l’esporto all estero. Il Campomarino e anche conosciuto come la Citta Del Vino e ha vinto anche premi per la qualita dei suoi prodotti. |
| Queste caratteristiche parlano di un charater di questi paesi, che si uniscono in uno solo proggeto. |
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| * Le tradizioni ricce di linguagio unico, folclore e dei Tradizioni Specifiche come: |
| Le Carresi del Molise: storia e tradizioni secolari - Le Carresi di San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone. |
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===== Arberia ===== | {{:foto_storiche_delle_carrese.jpg?400|}} |
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{{:comuni_arberia.jpg?400|}} | San Martino in Pensilis, Ururi e Portocannone sono alcuni dei comuni in cui vengono celebrate le carresi. Anche queste carresi appartengono al medesimo ed antichissimo ciclo rituale della rinascita primaverile e dell’approssimarsi del raccolto, al quale la comunità affida le sue speranze di sopravvivenza. |
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| Ururi e Portocannone hanno una particolarità: sono due comuni di origine arbëreshe, ossia di origine albanese. La ricorrenza delle manifestazioni in due paesi di origine albanese potrebbe far supporre una provenienza del rito dall’altra sponda dell’Adriatico; in realtà, numerose testimonianze confortano la teoria di un’origine autoctona, ed addirittura Sannitica, del complesso cerimoniale. |
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| * San Martino in Pensilis |
| Di grande rilievo sul piano storico-culturale, la corsa dei carri in onore del patrono San Leo che si svolge nella piccola comunità di San Martino in Pensilis il 30 aprile di ogni anno. Si tratta di una corsa vera e propria. I carri, attualmente tre, vengono trainati da buoi e si contendono la vittoria. Tutta la festa ha un preciso cerimoniale. |
| La corsa si svolge su un percorso di 9 Km e prende avvio dal tratturo. Vi ricordate dei tratturi? Ve ne abbiamo parlato qui. L’assegnazione del posto di partenza non è casuale: infatti, il primo posto viene lasciato al carro vincitore nell’anno precedente. A metà percorso avviene il cambio dei buoi, caratteristica unica nelle manifestazioni di questo genere. La gara termina davanti alla chiesa. Il carro vincitore ha l’onore di trasportare in processione il busto di S. Leo il successivo due maggio. La competizione è vivissima e i carri, ormai da secoli, si dividono vittorie e sconfitte |
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| * Ururi |
| La corsa che si svolge a Ururi è forse collegata all’istituzione della festa della Croce in legno di Gesù, croce portata in Italia da Sant’ Elena. Qui la corsa si svolge tradizionalmente il 3 maggio. A Ururi il giorno della corsa, i carri si recano davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie dove, nel silenzio più assoluto, viene impartita la benedizione ai buoi, ai carrieri e ai cavalieri. Successivamente i carri, seguiti dai sostenitori, si avviano alla partenza. Anche ad Ururi la disposizione dei carri va in ordine di merito, secondo l’arrivo dell’anno precedente. La corsa inizia a 4 km dal paese e termina sullo spazio antistante alla chiesa S. Maria delle Grazie. |
| La gara lascia tutti con il fiato sospeso ed ogni anno la vittoria è combattuta e non scontata. Infatti, il primo carro a giungere in paese è costretto a seguire un percorso di 19 m più lungo. Ed ogni volta è una sorpresa. Il successivo 4 maggio, il carro vincente porta in processione la reliquia del Legno della Croce. |
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| * Portocannone |
| La corsa si svolge ogni anno il lunedì seguente la Pentecoste e viene celebrata la Madonna di Costantinopoli. La vittoria della corsa viene contesa da due carri trainati da quattro buoi, Giovani e Giovanotti. I carri e i rispettivi cavalieri si portano a circa 3 km dall’abitato e si dispongono secondo l’ordine di arrivo dell’anno precedente. Su ciascuno prendono posto tre conducenti; un cavaliere si pone davanti ai buoi con il compito di guidare il carro, altri accompagnano incitando i buoi con lunghe aste di legno. L’arrivo è fissato sul sagrato della chiesa. Anche in questo caso, il carro vincitore avrà l’onore di portare in processione la Madonna di Costantinopoli. |
| Per gli arbereshe, i carri sono usati in memoria degli precedenti. Si si pensa che tramite i carri, gli arbereshe avevano scelto il luogo in cui sarebbero posizionati. |
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| * La carrese di Larino |
| Tra le carresi che abbiamo appena elencato, quella di Larino spicca per le sue peculiarità e la sua storia. Quella di Larino è, infatti, la più antica manifestazione molisana. La tradizione vuole che la festa risalga al lontano 842, quando i larinesi entrarono in possesso delle reliquie di San Pardo, custodite a Lucera, in provincia di Foggia. Ed è proprio a San Pardo che è dedicata questa meravigliosa tradizione. |
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| La prima grande e sostanziale differenza con le carresi precedentemente viste sta nella processione. A Larino, infatti, i carri, sempre trainati da buoi, procedono a passo d’uomo, senza competizione. San Pardo, patrono della città e della diocesi, viene sentitamente festeggiato il 25, il 26 e il 27 maggio di ogni anno. La manifestazione è, allo stesso tempo, semplice e ricca. |
| https://blog.biotravel.it/carresi-molise-storia-tradizioni/ |
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| === Proposta: Project Work === |
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| * I Paesi di Arbëreshë in Molise - Paessaggi Rurali, Agriculturali e Tradizione |
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| “Arberesh Brand” – Un itinerario Turistico nell paesaggio degli paesi Arberesh |
| Promozione del paesaggio Arberesh come un’ brand, in linea con il Piano strategico del turismo, per un’ turismo unico, diffuso sul territorio. |
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| Il progetto deve tener conto delle strategie turistiche del Molise come regione, ma dare a questo nucleo la possibilità di presentarsi come una cultura specifica non solo come tradizione ma anche come espressione nel territorio stesso. |
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Molise Coast https://molisecoast.com/campomarino/ Campomarino è una ridente e tranquilla cittadina di mare, con una spiaggia larga e lunga fino al confine con la Puglia, dove esiste ancora un esempio stupendo di macchia mediterranea. Un paesaggio incantevole si può ammirare dal terrazzo che affianca il borgo antico e la chiesa di Santa Maria a mare che, fino a qualche decennio fa, era popolato da gente di origine albanese, bravissimi agricoltori. Interessanti reperti archeologici dimostrano le sue origini lontane nel tempo. Situato a meno di un chilometro di distanza dal paese, Campomarino Lido è oggi località prediletta per un turismo estivo di natura balneare. Con il suo porticciolo turistico recentemente costruito e le sue spiagge circondate da pinete che arrivano fino alla foce del fiume Biferno, Campomarino è una meta assolutamente da non perdere. Oggi, Campomarino è anche la città del vino per eccellenza che per gli amanti permette di visitare cantine di produttori singoli e associati con il merito di aver avviato, più che altrove, l’immagine del vitigno autoctono “Tintillia”. Giorgio Castriota Skanderbeg e la Tradizione Arbëresh Ricordi e memorie • Campomarino https://molisecoast.com/poi/giorgio-castriota-scanderbeg-e-la-tradizione-arberesh/ Campomarino risale a epoche remotissime. Da alcuni scavi archeologici effettuati in località Difensola sarebbero emersi un abitato paleolitico risalente all’età del ferro XII-XI secolo a. C. e una località romanica identificabile con Cliternia, come viene attestato dalla tipologia dei ritrovamenti. Nel XI secolo fu scelta dai templari, i quali ebbero nella zona molti possedimenti testimoniando il passaggio dei pellegrini e dei crociati diretti in Terra Santa. Successivamente, Campomarino fu occupata dai longobardi e dai normanni. Ma tra tutte le popolazioni, quella albanese è stata l’unica a ripopolare il paese nel XV secolo, contribuendo alla rinascita di una località che presto assunse il carattere etnico delle popolazioni e delle famiglie arbëreshe. La religiosità della popolazione, radicata nei rituali della tradizione greco-bizantina, è visibile nei ruderi di un’Antica Cappella intitolata ai Santi Pietro e Paolo, mentre il corso principale del paese ricorda l’eroe albanese Giorgio Castriota Skanderbeg, le cui gesta eroiche gli hanno assegnato il titolo di Atleta di Cristo. La storia ci tramanda che nel 1466 Campomarino fu raggiunta da Albanesi in fuga dai Turchi. Ancora oggi si conservano gli antichi usi e il tipico dialetto di quella popolazione. Durante gli anni che andavano dal 1461 al 1470, Giorgio Castriota Skanderbeg (principe di Krujia Albania) inviò un corpo di spedizione di circa 5.000 albanesi guidati dal nipote Coiro Stresio, in aiuto a Ferrante I D’Aragona nella lotta controGiovanni d’Angiò. Quindi, le popolazioni subirono quella che fu, nella storia delle colonie albanesi in Italia, la terza migrazione. I coloni albanesi rifondarono le terre e vissero, convivendo pacificamenteper lungo tempo, con la popolazione locale. Ururi, Campomarino e Santa Croce di Magliano, furono ripopolate da albanesi richiamati in quei territori dai feudatari laici o ecclesiastici, come Andrea da Capua che, avendo acquistato il casale di Campomarino, lo assegnò nel 1495 ad una colonia di albanesi. Le famiglie principesche albanesi hanno tramandato usi, costumi e lingua. Infatti, ancora oggi, pur nella sua forma esclusivamente orale, resiste l’arbëreshe, un idioma che negli ultimi decenni è sottoposto a un veloce declino, ma che allo stesso tempo si cerca di preservare. Le popolazioni albanesi, insediatesi nei territori fondarono agglomerati urbani molto simili a quelli dei paesi d’origine. La struttura urbanistica che caratterizzava le abitazioni e lo stile di vita di queste popolazioni era la Gjtonja, un quartiere dove si svolgeva la vita sociale degli abitanti, con abitazioni costruite su due piani con scale esterne e loggiato, ancora esistenti nel centro storico di Campomarino. Nel corso dei secoli, la popolazione albanese si è unita a quella locale. Oggi, di quell’antica stirpe, solo la lingua ne conserva la preziosa memoria. Nonostante Campomarino sia italo-albanese, le località di Campomarino Lido, Nuova Cliternia, Ramitelli e Contrada Cianaluca, hanno avuto una storia a sé rispetto al capoluogo comunale, e non appartengono interamente alla cultura arbëreshe. | |
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Tratturo L'Aquila-Foggia, tratto Campomarino Ambiente • Campomarino | |
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https://molisecoast.com/poi/tratturo-laquila-foggia-tratto-campomarino/ | |
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Il Tratturo L’Aquila-Foggia, con i suoi 244 km, è il più lungo e il più importante dei cinque Regi Tratturi: per questo motivo, è chiamato anche Tratturo Magno. Il tratto di Campomarino è l’ultimo in territorio molisano. I Regi Tratturi costituiscono una preziosa testimonianza di percorsi formatisi in epoca protostorica in relazione a forme di produzione economica e di assetto sociale basate sulla pastorizia, perdurati nel tempo e rilanciati a partire dall’epoca normanno-sveva e in seguito angioina e aragonese. Rappresentano un frammento di storia: conservati per oltre sette secoli e arricchiti di ulteriori stratificazioni storiche, costituiscono il più imponente monumento della storia economica e sociale dei territori dell’Appennino Abruzzese-Molisano e del Tavoliere delle Puglie. Il Tratturo Magno è quello dell’Adriatico per eccellenza. Convogliava le enormi greggi provenienti dai massicci del Gran Sasso, da parte del Sirente e dalla Majella fino ai vasti pascoli del Tavoliere delle Puglie, sfiorando in più occasioni le sponde del Mar Adriatico. Questo tratturo è infatti l’unico dove le pecore e i pastori arrivavano a toccare l’acqua del mare. Dal Tratturo Magno si diparte e poi si ricongiunge il Tratturo Centurelle-Montesecco, collegato a metà strada dal Tratturo Lanciano-Cupello. Il suo percorso tra l’Abruzzo e la Puglia attraversa il Molise: Montenero di Bisaccia, Petacciato, Termoli, San Giacomo degli Schiavoni, Guglionesi, Portocannone, San Martino in Pensilis, Campomarino. Il percorso parte da L’Aquila nei pressi della Chiesa di S. Maria di Collemaggio, entra in Molise, degrada verso il fiume Fortore e raggiunge il Tavoliere delle Puglie, dove a Foggia termina ricongiungendosi al tratturo proveniente da Celano. Lungo il percorso, ancora oggi, si osservano numerose chiese campestri o chiese tratturali per il riparo e il conforto dei pastori, come la chiesa di San Paolo di Peltuinum e la chiesa di Santa Maria dei Cintorelli, da dove si separa il Tratturo Centurelle-Montesecco. Il Tratturo L’Aquila-Foggia è stato oggetto, negli ultimi anni, di un sistematico studio da parte dell’associazione abruzzese Tracturo 3000che dal 1997 lo ripercorre ogni anno in 9 tappe. | |
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===== IDEA PROGETTUALE E QUADRO PROGRAMMATICO ===== | ===== IDEA PROGETTUALE E QUADRO PROGRAMMATICO ===== |
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| //Antonia Serena Bove// |
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| Si potrebbero individuare due metodologie progettuali: |
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| * Strategia di riqualificazione: ricognizione dei paesaggi particolarmente degradati, o di elementi significativi da riqualificare (edifici di interesse storico in abbandono, archeologia industriale, aree archeologiche da riqualificare etc) e individuare le strategie attuabili |
| * Strategia di valorizzazione: ricognizione degli elementi di pregio, sia paesaggistici che puntuali, presenti sul territorio e individuare le strategie di promozione attuabili |
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| La rete tratturale rappresenta il collante di questi luoghi. |
==== Riferimenti ==== | ==== Riferimenti ==== |
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* [[https://umap.openstreetmap.fr/it/map/patrimonio-di-roma_110596|Apri la mappa a tutta pagina]] | * [[https://umap.openstreetmap.fr/it/map/patrimonio-di-roma_110596|Apri la mappa a tutta pagina]] |
* [[https://www.reter.info/notizie/mappa-mondo/45-beni-di-roma-capitale|I beni di Roma Capitale: 1. La guerra dei Commons di Roma - 2. La resa dei conti del patrimonio romano]] | * [[https://www.reter.info/notizie/mappa-mondo/45-beni-di-roma-capitale|I beni di Roma Capitale: 1. La guerra dei Commons di Roma - 2. La resa dei conti del patrimonio romano]] |
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