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Paesaggio Culturale nel Basso Molise_Patrimonio Religioso e Culturale
Introduzione: I Paesi di Arbëreshë in Molise (Malvina Koliçi - Istrefaj)
Gli Arbëreshë, detti anche albanesi d’italia sono una minoranza etnico-linguistica albanese storicamente stanziata in italia meridionale (Molise, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia). Gli Arbereshe in Italia, sono pozizzonati in dieci province: Cosenza, Catanzaro, Crotone, Potenza, Foggia, Taranto, Campobasso, Palermo, Avellino e Pescara. Originariamente provenienti dalla Morea e dalla Ciamuria (odierna Grecia), si stabilirono in italia tra il XV e il XVIII secolo in seguito alla morte del celebre eroe nazionale Giorgio Castiota Scanderbeg. Si stima che gli Arbereshe siano circa 100.000 e parlano una lingua variante del tosco (lingua dell’antica Albania del sud) che con il passare degli anni è stata tramandata oralmente e modificata con influenze italiane e che attualmente è tutelata dalla legge 482/1999. Quando l’Albania cadde in mano turca, divenendo parte periferica dell’impero Ottomano, i territori albanesi furono saccheggiati, distrutti e aspramente stravolti e, successivamente, fortemente islamizzati. Agli albanesi non rimase che emigrare in diaspora, così come disse Scanderbeg “non una semplice fuga dall’Albania sottomessa ai turchi, bensì l’espressione più profonda del loro attaccamento alla fede e alla libertà”. I primi arbereshe che approdarono in Italia erano tradizionalmente soldati stradioti, anche al servizio del Regno di Napoli, del Regno di Sicilia e della Repubblica di Venezia. Molti degli esuli delle migrazioni successive alla prima appartenevano alle più rinomate classi sociali albanesi fedeli alla ortodossia cattolica, tra cui capi militari, sacerdoti, nobili e aristocratici consanguinei di Giorgio Castriota, che li aveva guidati nell’epica lotta contro gli infedeli ottomani. Nel XV secolo, infatti, Alfonso d’Aragona, re di Napoli, per contrastare le rivolte dei baroni locali, sollecitate dagli Angioini, fece venire dall’Albania gruppi di mercenari. Da questo momento in poi le migrazioni furono sempre più frequenti. L’ultimo gruppo di albanesi fu guidato da Giorgio Castriota Scanderbeg, l’eroe nazionale albanese che aveva arrestato l’avanzata dei Turchi di Maometto II. Perché Scandeberg giunse in Italia? Perché doveva appoggiare militarmente Ferrante, re di Napoli, succeduto ad Alfonso d’Aragona. In cambio, i soldati ottennero terre e proprietà: in virtù di ciò il primo nucleo di albanesi si stabilì definitivamente in Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia. Nella Provincia di Campobasso, sono 4 i comuni albanesi: Ururi, Portocannone, Campomarino, Montecilfone. (http://quotidianomolise.com/storia-degli-arbereshe/)
L’identità italo-albanese: gli arbereshe Due sono state le motivazioni dell’accoglienza albanese dalle popolazioni autoctone meridionali. 1. La prima fu perché gli albanesi vennero considerati martiri della fede cristiana: avevano combattuto e frenato l’avanzata turca; 2. la seconda perché le carestie, le pestilenze, i terremoti avevano indotto i contadini a lasciare le campagne e i proprietari terrieri, per il proprio vantaggio, offrirono ai profughi la possibilità di insediarsi e lavorare le campagne. Gli insediamenti albanesi più compatti e omogenei diedero vita a comunità italo-albanese, gli arbereshe. Gli elementi identificativi sono stati e sono la religione, rito bizantino di lingua greca, l’arbërisht, lingua parlata di forma dialettale che si collega con la variante linguistica del sud dell’Albania, da dove ha avuto origine la diaspora. (http://www.ilsudchenontiaspetti.it/paesi-arb%D1%91resh%D1%91-lucani/)
Le characteristiche degli paesi Arbëreshë.
Nella zona di riferimento, nel corso dei secoli sono giunte da oriente popolazioni croate e albanesi: tre paesi croato-molisani (Acquaviva Collecroce, Montemitro, San Felice del Molise) e quattro centri arbëreshë (Ururi, Portocannone, Montecilfone e Campomarino) sono presenti nella zona basso-molisana e questo rappresenta una peculiarità e un arricchimento culturale dell’area. Queste popolazioni hanno condiviso con le genti originarie del posto la medesima cultura, incentrata su interessanti commistioni tra attività agricole, pastorali e marinare. (Annali Del Turismo - http://www.geoprogress.eu/wp-content/uploads/2016/05/AT2012.pdf )