pwpersonali:quadro_programmatico

di Alessandro Ranieri, con la collaborazione di Antonia Serena Bove (ricostruzione dello stato della pianificazione)

Quadro Programmatico

FONDI DIRETTI (ADRION) E INDIRETTI

EUSAIR

di Alessandro Ranieri, con la collaborazione di Antonia Serena Bove

Il Piano Regionale Paesistico dell’Abruzzo attualmente in vigore è stato approvato il 21 Marzo 1990, con cartografia aggiornata al 2004. Il Piano è organizzato secondo i seguenti ambiti:

  • ambiti montani
  • ambiti costieri
  • ambiti fluviali

Secondo l’articolo 3 del Piano, il piano regionale paesistico:

• definisce le “categorie da tutela e valorizzazione” per determinare il grado di conservazione, trasformazione ed uso degli elementi (areali, puntuali e lineari) e degli insiemi (sistemi);

• individua - sulla base delle risultanze della ponderazione del valore conseguente alle analisi dei tematismi - le zone di Piano raccordate con le “categorie di tutela e valorizzazione”;

• indica, per ciascuna delle predette zone, usi compatibili con l'obiettivo di conservazione, di trasformabilità o di valorizzazione ambientale prefissato;

• definisce le condizioni minime di compatibilità dei luoghi in rapporto al mantenimento dei caratteri fondamentali degli stessi, e con riferimento agli indirizzi dettati dallo stesso P.R.P. per la pianificazione a scala inferiore;

• prospetta le iniziative per favorire obiettivi di valorizzazione rispondenti anche a razionali esigenze di sviluppo economico e sociale;

• individua le aree di complessità e ne determina le modalità attuatine mediante piani di dettaglio stabilendo, altresì, i limiti entro cui questi possono apportare marginali modifiche al P.R.P.;

• indica le azioni programmatiche individuate dalle schede progetto sia all'interno che al di fuori delle aree di complessità che necessitano di piani di dettaglio

l D.Lgs n.42/2004, noto come “Codice dei Beni Culturali e del Pesaggio” obbliga le Regioni a dotarsi di Piano Paesaggistico o, per le Regioni che hanno già il Piano, ad effettuare una verifica e adeguamento alle nuove indicazioni dettate dallo stesso decreto. Nel 2004 è stato costituito un gruppo di progettazione, composto dai rappresentanti della Regione e delle quattro Province abruzzesi. Al piano vigente si vuole sostituire un piano che abbia le seguenti caratteristiche:

  • interessa l’intero territorio regionale;
  • determina obiettivi di qualità paesaggistica e relativi indirizzi progettuali
  • integra e aggiorna le analisi del territorio, inserendo nuovi parametri di riferimento come geomorfologia, aspetti naturalistico – ambientali, storico – culturali, simbolici e antropici, in linea con quanto stabilito dalla Convenzione Europea del Paesaggio.

- Delibera n.297 del 30 aprile 2004: viene firmato un protocollo d’intesa tra la Regione e le quattro Province approvato dalla Giunta Regionale. Si è costituito un “gruppo di progettazione” (il cosiddetto ufficio del Piano), composto dai rappresentanti della Regione e delle Province.

- Determina Direttoriale del 27.10.2005: è stato stabilito di affidare ad un gruppo di lavoro esterno, da individuare attraverso procedura di evidenza pubblica, il supporto tecnico-scientifico, al “Gruppo di progettazione”. La Società Ecosfera di Roma ha vinto la gara di aggiudicazione.

- Determinazione Direttoriale DA 111 del 19.10.2010: è stata avviata la procedura di Valutazione Ambientale Strategica V.A.S. del Piano Paesaggistico Regionale P.P.R. della Regione Abruzzo

Con riferimento alla tutela e valorizzazione degli asset naturali e culturali, il contesto regionale risulta ricco di biodiversità e di valori naturalistici e ciò ha dato luogo ad un’estesa azione di protezione in termini di istituzione di aree Natura 2000 (SIC e ZPS) e aree protette, che coprono quasi il 40% del territorio. Per avere maggiori dettagli sulle azioni condotte in passato si rimanda all’allegato al POR “All Sez. 1 e 2 - Aree protette”. In queste aree la Regione intende sostenere gli obiettivi di conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, anche marini, attraverso politiche che integrino tutela, ripristino e uso sostenibile delle risorse, accompagnando l’intervento pubblico con la creazione e il supporto delle attività economiche che abbiano nella valorizzazione degli asset naturali il loro fondamento. Il POR FESR, in particolare, opererà nell’ambito delle aree protette e della rete Natura 2000 attraverso azioni di conservazione della biodiversità e di valorizzazione. La strategia del POR promuoverà, altresì, azioni per la costituzione/rafforzamento di poli culturali capaci da un lato di costituire elementi attrattivi, dall’altro di rappresentare strumenti di relazione con il territorio e veicoli di visibilità dell’offerta culturale. L’incremento dell’attrattività territoriale conseguente al miglioramento delle condizioni ambientali e al mantenimento dei valori del paesaggio, così come al potenziamento dei servizi culturali, è alla base dell’azione del POR volta al rafforzamento dell’immagine turistica della regione. In tale direzione, l’Abruzzo aderisce, altresì, alla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), assumendo l’impegno di sostenere i territori interni più deboli ma, allo stesso tempo, cruciali per il rilancio dell’economia regionale.

Declinazioni territoriali dello sviluppo regionale

La politica di sviluppo regionale viene declinata nel POR secondo due direttrici fondate sullo sviluppo urbano sostenibile e sulla valorizzazione delle aree interne. Si tratta di politiche tra loro non disgiunte, che rimandano ad un unico disegno di riequilibrio territoriale, i cui primi riferimenti sono nella pianificazione regionale, e che il POR attua con i limiti del suo ambito di azione e della sua dimensione finanziaria (8,47% per la sola strategia delle aree urbane). Relativamente alle aree urbane, c’è stata un’attività di concertazione tra Regione e Autorità Urbane (AU), di particolare rilievo istituzionale. Il POR ha fatto proprio questo processo concertativo e, pertanto, intende sostenere lo sviluppo del ruolo delle città capoluogo, Pescara, Chieti, L’Aquila e Teramo, quali poli di primo livello dove si concentrano servizi e funzioni ad alta complessità, necessari alla competizione a livello globale e fattori essenziali di qualità e riequilibrio del territorio regionale.

Le città capoluogo sommano circa il 23% della popolazione regionale, e forniscono il territorio con funzioni differenziate, rappresentando per le zone limitrofe dei veri poli di identificazione economica, culturale, turistica e sociale. Con riferimento all’Agenda urbana, il POR interviene nelle 4 città capoluogo. Le necessità di concentrazione delle risorse hanno indotto a identificare una strategia di intervento che privilegia alcuni ambiti di potenziamento dei servizi pubblici in materia di mobilità sostenibile (OT4) in correlazione agli interventi proposti per la promozione dell’offerta turistico-culturale (OT6), da sviluppare entrambi anche attraverso un più esteso uso delle ICT in termini di servizi e contenuti digitali (OT2).

Il POR, dunque, secondo un disegno integrato specifico per ogni Città capoluogo, si concentrerà sui seguenti ambiti:

  • interventi di mobilità sostenibile urbana, finalizzati prioritariamente a garantire una più estesa accessibilità e fruizione dei principali siti di attrazione turistico-culturale delle aree urbane da parte dei residenti e non. In particolare sono previsti interventi per potenziare e migliorare l’efficienza dei sistemi di mobilità collettiva con l'introduzione di sistemi di trasporto puliti e intelligenti, incentivando l’uso di modalità alternative di trasporto (mobilità lenta). I Piani Urbani della Mobilità (PUM) dei 4 capoluoghi e gli specifici progetti presentati dalle rispettive AU (che si allegano al POR) hanno costituito il riferimento per la selezione delle azioni;
  • interventi per la tutela e la valorizzazione dei poli culturali urbani al fine di incrementare il grado di attrattività turistica e promuovere un più ampio accesso alla cultura da parte della popolazione residente. In questo contesto, saranno attuati interventi, selezionati dalle AU secondo le specifiche peculiarità di contesto e sostenuti da azioni a favore di più efficienti sistemi di mobilità, finalizzati ad incrementare e sviluppare il sistema dei servizi e delle attività di supporto alla fruizione turistico-culturale.
  • servizi innovativi in ambito ICT, al fine di incrementare lo sviluppo dell’offerta di servizi e l’utilizzo di ICT per garantire l’integrazione tra interventi di mobilità sostenibile e di promozione della fruizione turistico-culturale.

Nel lungo processo di consultazione, ognuna delle 4 Città ha individuato gli interventi integrati considerati importanti e rispondenti alle proprie potenzialità, vocazioni e fabbisogni, nell’ambito di una strategia complessiva finalizzata a rispondere alle sfide economiche ed ambientali presenti in questi territori.

Nel corso del 2017 tale processo di concertazione si è sviluppato attraverso la definizione delle Strategie urbane di sviluppo sostenibile da parte delle 4 Città, sulla scorta delle Linee guida approvate con DGR n.220 del 28/04/2017. Parallelamente alla promozione dello sviluppo urbano, si è ritenuto importante promuovere la valorizzazione delle aree interne, al fine di invertire le attuali condizioni di marginalizzazione e degrado, aderendo Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI). I dati statistici elaborati dalla Regione, a seguito della mappatura del Comitato Tecnico, evidenziano che oltre il 70% del territorio abruzzese è “area interna”. La Macroclasse “Aree Interne” ingloba ben 216 Comuni, con una prevalenza di Comuni Intermedi (n. 117), e di Comuni periferici (n. 76) ed una minoranza di Comuni ultraperiferici (n.23). In tali aree, fenomeni di marginalizzazione e degrado (tendenze demografiche negative, invecchiamento della popolazione, rischio idrogeologico), nonché carenze organizzative e di accessibilità con riferimento ai servizi essenziali (scuola, sanità e mobilità) richiedono l’attivazione di opportune politiche di contrasto.

La Regione, in tal senso, adotta un approccio “place based” capace, cioè, di cogliere le più urgenti sfide attraverso il potenziamento dei fattori latenti di sviluppo insiti nel territorio. Tra questi, le valenze ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) rappresentano i punti di forza da valorizzare, al fine di restituire vitalità economica ed innalzare la qualità della vita degli abitanti. La Regione ha condotto, in collaborazione con il Comitato Tecnico nazionale, l’elaborazione di opportune analisi territoriali ed approfondimenti statistici, nonché ha avviato un processo di “ascolto” degli attori locali, al fine di selezionare i possibili ambiti di intervento da candidare per l’attuazione della SNAI. Su tali aree saranno promossi Investimenti Territoriali Integrati (ITI) volti al conseguimento di tre obiettivi:

  • tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti
  • promuovere la diversità culturale e il policentrismo
  • concorrere al rilancio dello sviluppo

Gli ITI saranno finanziati con la partecipazione di risorse dedicate nel POR, per un totale complessivo di 10 M DI € . Inoltre, nell’allinearsi agli orientamenti della SNAI - incentrati sull’intervento congiunto della politica di coesione e delle politiche nazionali - la Regione promuoverà il pieno coordinamento tra la programmazione FESR, FSE, FEASR e le risorse della Legge di Stabilità 2014 e 2015, avvalendosi di tutte le opportunità rese disponibili dai nuovi regolamenti europei per una concreta integrazione delle fonti finanziarie. Accanto a ciò, la Regione finanzierà, per il tramite dell’Asse III (OT 3), Obiettivo Specifico 3.2 il rilancio competitivo delle imprese localizzate nelle aree di crisi e, nell’ambito dell’Asse VI (OT 6), l’attuazione degli Obiettivi Specifici 6.5 e 6.6, avverrà in coerenza con la strategia prevista per i Contratti di Fiume.

Motivazione della dotazione finanziaria

l’OT 6 (Ambiente e uso efficiente delle risorse), dispone del 7,92% delle risorse del POR ed è presente negli Assi VI (5,71%), VII (1,84% ) e IX (0,37%), per permettere la valorizzazione delle risorse naturali della regione e la promozione turistica. Nell'Asse VII (sviluppo urbano sostenibile), sarà perseguita la valorizzazione delle risorse culturali nell’ambito di strategie di sviluppo integrate. La concentrazione delle risorse sarà garantita dalla selezione delle aree oggetto di intervento: una linea di azione è dedicata alla conservazione della biodiversità e interessa in particolare i siti Natura 2000 esterni alle aree protette regionali. Un’altra linea è dedicata alla tutela e valorizzazione di aree di attrazione naturale di rilevanza strategica ed interessa le aree protette regionali (escluso parchi nazionali); gli interventi a favore della tutela e valorizzazione del patrimonio culturale interessano in via esclusiva le 4 città capoluogo di provincia.

  • PTPAR (Piano Territoriale Paesistico-Ambientale Regionale). 8 PTPAAV (Piani Territoriali Paesistico-Ambientali di Area Vasta) (’97-’99), che normano circa il 60% del territorio molisano e ricoprono le seguenti aree: Basso Molise, Lago di Guardialfiera – Fortore Molisano, Massiccio del Matese, Montagnola – Colle dell’Orso, Matese settentrionale, Medio Volturno Molisano, Mainarde e Valle dell’Alto Volturno, Alto Molise
  • Il 13% del territorio non ricompreso negli otto piani paesistici è sottoposto a tutela con provvedimenti ministeriali (DM e Galassini), nonché dai verbali delle commissioni provinciali. A questa percentuale vanno aggiunte le aree sottoposte a tutela ope legis ex. Art. 142 comma 1 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
  • PTCP CB

Vengono di seguito riportate le attività che stanno portando alla redazione del nuovo Piano Paesaggistico regionale che coprirà l’intero territorio

  • Dgr n.153 28/02/2005: è approvato lo schema di articolazione del processo di pianificazione paesistica predisposto dal Servizio Beni Ambientali. La Regione affida degli incarichi per la redazione di studi, affidati a gruppi di ricerca universitari e finalizzati alla elaborazione di linee metodologiche per l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio. Si tratta di lavori riguardanti “L’interpretazione del Paesaggio Molisano”, eseguito dall’Università La Sapienza di Roma e “Rischi del Paesaggio Molisano” dell’Università di Pescara e l’elaborazione di una Carta dei Beni Culturali su supporto G.I.S.
  • Dgr n.1060 21/12/2010: vengono affidate all’Unimol “le attività di ricerca finalizzate alla redazione del nuovo piano paesaggistico” (“Convenzione per l’attribuzione del contributo di ricerca per le attività di redazione del nuovo piano paesaggistico regionale del Molise del 28/02/2011)
  • 25 Gennaio 2018: firma del protocollo di intesa fra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Regione Molise, che si impegnano per l’elaborazione del piano paesaggistico esteso a tutto il territorio regionale, seguendo i principi di cooperazione tra le Amministrazioni pubbliche
  • Febbraio 2018: viene firmato il Disciplinare attuativo del Protocollo d’Intesa precedentemente citato. Viene fissato il cronoprogramma di attività previste, che sono, in linea generale: ricognizione del territorio oggetto di pianificazione, ricognizione degli immobili e delle aree dichiarati di notevole interesse pubblico, analisi delle dinamiche di trasformazione del territorio ai fini dell’individuazione dei fattori di rischio e degli elementi di vulnerabilità del paesaggio, individuazione degli interventi di recupero e riqualificazione delle aree significativamente compromesse o degradate, individuazione delle misure necessarie per il corretto inserimento nel contesto paesaggistico degli interventi di trasformazione del territorio, individuazione dei diversi ambiti e dei relativi obiettivi di qualità

Molise nell’obiettivo COMPETITIVITA’

1. Zoning” territorio regionale

  • Aree urbane (Venafro, Isernia, Campobasso, Termoli, Basso Molise)
  • Aree interne (provincia di CB, Matese, + provincia di IS, Alto Molise, Mainarde)
  • Aree industriali (nuclei industriali regionali)

2. Destinare al FESR, FSE, FAS, una quota parte del finanziamento totale di ciascun fondo, variabile in base agli obiettivi dei diversi tipi di strumento

Aree urbane e aree interne —> Progettazione Integrata Territoriale

  • Aree urbane - PISU(Progetti Integrati di Sviluppo Urbano)
    1. PISU: Termoli “PORTA DEL MOLISE”
    2. PISU: BASSO MOLISE (Campomarino, Guglionesi, Montecilfone, Montenero di Bisaccia, Petacciato, porto cannone, S.Giacomo degli Schiavoni, S.Martino in Pensilis)
  • Aree interne - PIT(Progetti Integrati di sviluppo Territoriale) o PAI(Aree Interne più svantaggiate della provincia di CB non eleggibili per i PIT)
  • Aree industriali - PIR (Progetti di Innovazione Regionale)

Strategia locale di sviluppo locale in Molise: “Linee guida per la progettazione territoriale 2007-2013” ➢ Piano Territoriale di Coordinamento provincia di CB (vedi tavole sito)

Approvazione da parte della Commissione Europea : 14 luglio 2015

Nuovi orientamenti e strategie: promozione di modelli di crescita più competitivi e con la finalità di perseguire uno sviluppo intelligente, sostenibile e solidale.

La dotazione finanziaria complessiva: € 153.607.454,00 che saranno a disposizione per raggiungere gli obiettivi dettati da Europa 2020

Due scelte strategiche:

  • POR plurifondo, integrato a livello finanziario e tematico ( FESR e FSE), orientato ad affrontare in maniera sinergica le priorità di sviluppo regionale secondo un innovato modello di coordinamento e programmazione unitaria
  • Concentrare le risorse su alcuni segmenti delle sfide da affrontare e sugli obiettivi tematici coerenti con essi, specializzando le varie fonti di finanziamento attivabili nel periodo 2014/2020 e lasciando le principali parti infrastrutturali all’intervento di altri Fondi (FSC e FEASR) e ad altri programmi nazionali ma mantenendo comunque un forte collegamento, integrazione e coordinamento

I numeri

2 Fondi (FESR e FSE) - 1 unico Programma fortemente concentrato - 154 milioni di euro complessivi di cui - 106 milioni a titolo del FESR - 48 milioni a titolo del FSE

Tra le diverse priorità di finanziamento del FESR che il programma regionale assume, l’attenzione, nel caso specifico va alla tutela e promozione del patrimonio naturale e culturale (è l’Asse 5 con il 13 % della dotazione finanziaria complessiva del FESR, pari a oltre quasi 14 milioni di euro) per intervenire sulla valorizzazione delle aree a vocazione naturale e culturale, oltre che sulla fruizione integrata delle aree di destinazione turistica.

Tale priorità, connessa al complesso degli Obiettivi Tematici (OT) di cui all’art. 9 del Reg. CE n. 1303/2013, si collega ad una serie di effetti positivi, di risultati che la regione Molise ha programmato di perseguire nel corso dell’intero ciclo programmatico.

Gli interventi in ambito ambientale, culturale e turistico genereranno un miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale e culturale, ma anche un generale riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche.

  • Il Molise è caratterizzato da un articolato patrimonio di aree di particolare valenza, tra cui le Aree Naturali Protette (1,52% della superficie regionale), la dotazione di importanti poli archeologici (tra i principali si annoverano Pietrabbondante e Altilia-Sepino), nonché di significativi beni architettonici. Oltre a interventi di valorizzazione, si è posta attenzione alla necessità di affrontare in maniera organica la tematica della promozione e del consolidamento di un sistema turistico regionale in grado di “comunicare l’identità del territorio”, attraverso azioni mirate di marketing

Le strategie del POR

Le strategie orizzontali

Strategia Territoriale - le Aree urbane e le Aree interne: quadro territoriale caratterizzato da pochi agglomerati urbani di ridotte dimensioni demografiche e una prevalenza di comuni appartenenti alle aree interne che rivelano elementi di fragilità. Il POR, con l’obiettivo di investire su tutto il territorio regionale, distingue le aree di intervento territoriale secondo le indicazioni comunitarie e nazionali, a sostegno delle quali individua una strategia di approccio unitario diretto a tre target principali, assegnando risorse sulla base del criterio demografico, per un importo a gestione diretta dei Comuni (c.d. risorse “territorializzate”) pari a quasi 47 milioni di euro.

  1. aree urbane (AU), che comprendono i comuni di Campobasso, Isernia e Termoli e i relativi hinterland ristretti, che costituiscono poli di erogazione di servizi di rango elevato. Per le aree urbane sono disponibili risorse pari a 18,96 M€, di cui 15,62 FESR e 3,34 FSE
  2. aree interne SNAI (AI) cioè ambiti territoriali caratterizzati da crescente marginalizzazione, ma dotati di importanti potenzialità, selezionati all’interno della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI), per i quali sono stanziati 13,54 M€, di cui 11,15 FESR e 2,38 FSE
  3. aree non urbane e non SNAI, cioè le aree interne non selezionate all’interno della Strategia Nazionale Aree Interne, alle quali vengono destinate risorse pari a 14,37 M€, di cui 11,84 FESR e 2,53 FSE

La gestione delle risorse della Strategia Territoriale sarà attuata attraverso due strumenti negoziali:

  • ITI (Investimento Integrato Territoriale) per le Aree urbane e le Aree interne SNAI
  • accordi di Programma per le Aree non urbane e non SNAI

La strategia territoriale descritta consentirà di attivare numerosi tra gli obiettivi tematici dettati da Europa 2020. Nel nostro caso le politiche di conservazione e valorizzazione delle risorse saranno attuate in favore delle aree di attrazione naturale e di rilevanza strategica del patrimonio culturale, materiale e immateriale, della fruizione integrata delle risorse. Per le Aree Urbane, si aggiungono inoltre le azioni relative alla mobilità sostenibile, ammissibili per disposizioni regolamentari solo nelle Città (Ob. Tematici 4 e 6). Saranno supportate le imprese nelle destinazioni turistiche ed i loro livelli di competitività (Ob. Tematico 3). La promozione di iniziative per la creazione di forme di auto imprenditorialità legate ai settori tipici o che presentano migliori opportunità di crescita, nonché le iniziative di sostegno alle persone in condizione di temporanea difficoltà economica e di innovazione sociale supporteranno attivamente la situazione occupazionale (Ob. Tematici 8 e 9).

La politica unitaria dei fondi e la complementarietà con il sistema nazionale

Il POR si muove in coordinamento anche con il FEASR, soprattutto a livello di attuazione delle priorità legate alla banda ultralarga, alle tematiche ambientali e agli interventi sulle aree territoriali SNAI, integrando anche interventi relativi alla formazione e a R&S. Va menzionata, sempre in un’ottica di unitarietà, anche la partecipazione del Fondo di Sviluppo e Coesione, che interverrà soprattutto a livello infrastrutturale. Il POR, inoltre, prevede intersezioni di azioni anche con alcuni Programmi Operativi Nazionali (PON), che si traducono in risorse aggiuntive a quelle propriamente appartenenti al POR e, di conseguenza, anche in un allargamento delle linee di azione previste.

Motivazione della dotazione finanziaria L’OT 6 (Asse 5), Priorità d’investimento 6c, dispone del 8,96% delle risorse del PO (13% FESR). Per la quantificazione, si è proceduto mediante l’applicazione di di “costi standard” ad interventi prioritari da realizzare. Più in particolare, si intende intervenire su circa 400.000 mq di superficie di aree di attrazione naturale di rilevanza strategica e circa 10.000 mq di superficie immobiliare di valenza storico-culturale. Occorre, inoltre, innalzare gli indici di notorietà e vendibilità del territorio, attraverso progetti di promozione e fruizione integrata delle risorse. TRANSCALARITA’: dal generale al particolare (per la scala di dettaglio ai fini progettuali “green-way”)

Anche in caso di declassificazione ed alienazione del suolo venga salvaguardata la continuità del percorso tratturale, e, nel caso di cessioni a enti pubblici, dev’essere attivato il recupero attraverso possibili varianti. La Legge ha un’appendice applicativa nel Regolamento regionale 8 gennaio 2003, n. 1, che disciplina, tra l’altro, la salvaguardia della continuità del tracciato, prevedendo all’art. 12, “nelle more dell'approvazione e dell'attivazione del Piano di Valorizzazione” l’obbligo “di lasciare libera su tutti i tracciati tratturali una fascia di terreno allo stato saldo o pascolivo della larghezza non inferiore a metri quindici, da utilizzare gratuitamente per il passaggio ed il transito a scopi agricoli, agrituristici e del tempo libero”. La normativa regionale consente anche la gestione diretta dei suoli tratturali da parte di associazioni senza scopo di lucro. Molte associazioni ambientaliste regionali insieme alla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e all’ENGEA si sono accordate per chiedere la gestione diretta del suolo tratturale libero da concessioni.

Numerosi sono i finanziamenti per studi e progetti, a partire da fondi stanziati dal CIPE (Comitato Interministeriale per la programmazione economica) che, già nel 2000, vengono impegnati per l’ammontare di circa 300 milioni di lire per uno specifico studio di fattibilità commissionato al Cresme e dedicato alle “Infrastrutture di interesse turistico-culturale per la valorizzazione e la fruizione della rete tratturale ai fini della costituzione del “Parco dei Tratturi”.

Meritevole è, tra le altre, l’attivazione di un corso di alta formazione per “Gestore delle risorse culturali ed ambientali nell'ambito dei tratturi” (gennaio/dicembre 2000), patrocinato dal MIUR, che ha coinvolto 10 laureati in discipline diverse (P.O. 1994/99 Ricerca, sviluppo tecnologico ed alta formazione, Sottoprogramma III Misura II; soggetto proponente la Provincia di Campobasso, soggetto attuatore l’Università degli Studi del Molise). Al termine del corso l’Università ha attivato, con la creazione dello spin-off “Terredimezzo srl” (ottobre 2001), un progetto pilota per sostenere la trasformazione dell’attività formativa in opportunità professionali ed imprenditoriali.

Tra le innumerevoli iniziative di promozione via web si segnala il portale http://www.tratturocoast2coast.org/ che propone l’esplorazione del tratturo Lucera -Castel di Sangro con la mappatura dell’intero itinerario, dei bivacchi e dei ristori, avvalendosi della visualizzazione su google maps delle tappe consigliate.

Infine, nell’ambito delle iniziative di tutela e diffusione della conoscenza del sistema tratturi, il Molise ha conseguito il riconoscimento dei tratturi quale patrimonio da tutelare nel World Monuments Fund (Tratturi e della civiltà della Transumanza della Regione Molise, 2008).

La Regione Puglia, una delle prime a dotarsi di Piano Paesaggistico dopo il D. Lgs 42/2004, dispone di uno dei Piani più completi e innovativi d’Italia.

Il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) è strutturato nel seguente modo:

Quadro conoscitivo/Atlante del Patrimonio.

Ogni strumento di pianificazione è basato su un’accurata conoscenza del territorio. Costituiscono, dunque, questa parte del Piano, tutti i materiali descrittivi sui quali i piani e i progetti basano le loro scelte. Lo scopo è quello di finalizzare la descrizione della Puglia e dei suoi caratteri identitari, per identificarli come potenziali risorse per il progetto del futuro territorio. Le cartografie dell’Atlante possono essere immaginate come disposte secondo strati sovrapposti. E’ formato da:

  • Descrizioni analitiche
  • Descrizioni strutturali di sintesi
  • Interpretazioni statuarie di sintesi

Il progetto del Territorio/Scenario Strategico

Questa parte del piano indica le grandi strategie del piano, che saranno da guida ai progetti sperimentali, agli obiettivi di qualità paesaggistica, alle norme tecniche.

E' formato da:

  • Obiettivi generali del PPTR: strategia, azioni e politiche a livello regionale
  • Progetti integrati sperimentali: da svilupparsi come progetti attuativi nella fase successiva di gestione
  • Linee guida: per una serie di tematiche rilevanti
  • Specificazione degli obiettivi di qualità paesaggistica a livello degli ambiti

Schede degli ambiti paesaggistici Sono dei sistemi territoriali e paesaggistici individuati ad una scala subregionale caratterizzati da particolarità di carattere fisico – ambientale, storico – insediativo e culturale che ne definiscono una forte identità paesaggistica

Obiettivi di qualità, indirizzi, direttive, prescrizioni

Una relazione che indica le linee guida da adottare in caso di particolari interventi sul paesaggio, come ad esempio la progettazione e localizzazione di impianti di energia rinnovabile

Il sistema delle tutele/beni e ulteriori contesti paesaggistici

Individua le aree ed i beni sottoposti a ulteriori vincoli che prescindono il PPTR. Si parla di:

  • struttura idrogeomorfologica
  • struttura ecosistemica e ambientale
  • struttura antropica e storico - culturale
  • componenti botanico/vegetazionali
  • componenti delle aree protette e dei siti naturalistici
  • componenti culturali e insediative
  • componenti dei valori percettivi

L'Asse VI interviene in tema di valorizzazione delle risorse naturali e turistico-culturali.

In tema di rifiuti, la strategia regionale contempla sia l'obiettivo di favorire la riduzione della produzione dei rifiuti sia quello d'incentivare i migliori modelli e strumenti per aumentare le percentuali di raccolta differenziata attraverso la riorganizzazione dei servizi. Inoltre s'intende promuovere l'adozione di Piani di Prevenzione della produzioni di rifiuti in ambito ARO, incentivare la diffusione di pratiche di compostaggio domestico e di comunità, favorire la riduzione dei rifiuti nell'ambito delle mense pubbliche, ridurre la produzione di plastica attraverso l'acquisto di stazioni comunali di microfiltrazione dell'acqua pubblica, stimolare l'adozione di procedure per Acquisti Verdi nella PA oltre che avviare una campagna di comunicazione sul consumo sostenibile e la riduzione dei rifiuti. All'interno della strategia regionale occupa un posto di rilievo la realizzazione di sistemi di raccolta differenziata pneumatica e la costruzione di Centri di raccolta comunale o intercomunale di rifiuti urbani ed assimilati agli urbani differenziati.

Previsto inoltre il rafforzamento delle dotazioni impiantistiche per il trattamento e per il recupero, anche di energia, in base ai principi di autosufficienza, prossimità territoriale e minimizzazione degli impatti ambientali. In questo senso è da considerare la realizzazione di impianti per il trattamento della frazione organica (con processo di digestione aerobico e/o anaerobico), la riconversione degli impianti pubblici di biostabilizzazione; l'installazione di impianti di trattamento e recupero di materie prime secondarie, il Revamping degli impianti pubblici esistenti; e la riattivazione dei CMRD pubblici non in esercizio.

Obiettivi Specifici

  • Ottimizzare la gestione dei rifiuti urbani secondo la gerarchia comunitaria
  • Restituire all’uso produttivo l aree inquinate
  • Migliorare il servizio idrico integrato per usi civili e ridurre le perdite di rete di acquedotto
  • Mantenere e migliorare la qualità dei corpi idrici
  • Contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità terrestre e marina, mantenendo e ripristinando i servizi eco sistemici
  • Migliorare le condizioni e gli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale
  • Miglioramento delle condizioni e gli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale.

Nelle aree di attrazione

  • Favorire il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche attraverso la valorizzazione integrata di risorse e competenze territoriali

AZIONI …i vari interventi per…

Programma di Cooperazione Territoriale Europea: Interreg ADRION 2014-2020

FONTE: Commissione europea C (2015) 7147 del 20/10/2015 ENTE EROGATORE: Commissione europea

OBIETTIVI:

• Favorire l’integrazione tra i Paesi partner coinvolti facendo leva sulle risorse naturali, culturali e umane esistenti nell'area Adriatico-Ionica e rafforzando la coesione economica, sociale e territoriale nell’area considerata; • Supportare la Strategia europea per la Regione Adriatico-Ionica (EUSAIR).

Il programma è strutturato attorno a 4 Assi prioritari basati su 4 Obiettivi Tematici (OT) della Politica di coesione UE, a loro volta declinati in 5 Priorità di Investimento(PI) e relativi Obiettivi Specifici (OS):

Asse 2 del Programma II BANDO

ASSE PRIORITARIO 2 - REGIONE SOSTENIBILE

Questo Asse si concentra sul patrimonio naturale e culturale dell’Area Adrion sia come risorsa di crescita, sia come valore in sé. Punta a promuovere il turismo sostenibile, la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale e la protezione dell'ambiente come condizione sine qua non per la sostenibilità del turismo e dell'utilizzo del patrimonio.

2 OBIETTIVI SPECIFICI

Obiettivo specifico 2.1: promuovere la valorizzazione sostenibile e la conservazione del patrimonio naturale e culturale quale risorsa di crescita nell’area Adriatico-Ionica

Temi e sotto-temi

Tema 1. Preservare, capitalizzare e innovare il patrimonio culturale e naturale

- accrescere la competitività attraverso lo scambio di pratiche per migliorare la collaborazione fra il settore del turismo e altri settori correlati; - promuovere nelle aree montane politiche di sviluppo rurale che integrino sia esigenze di conservazione sia il benessere duraturo degli abitanti;

- sviluppare modelli più partecipativi di interpretazione e governance attraverso un maggiore coinvolgimento del settore privato e della società civile;

- sviluppare azioni per aumentare le competenze/abilità, anche correlate alle industrie creative, per sostenere la salvaguardia del patrimonio culturale e il turismo sostenibile; - sostenere la modernizzazione del settore del patrimonio culturale e naturale, la sensibilizzazione e l’attrazione di nuovo pubblico, anche attraverso la digitalizzazione e la realizzazione di reti aperte che prevedano il coinvolgimento dei giovani;

- sostenere la salvaguardia dei paesaggi culturali e naturali.

Tema 2. Monitorare, valutare e ridurre la pressione ambientale e sociale derivata dal turismo

- istituire, testare e attuare modelli di negoziazione, mediazione, partecipazione e risoluzione dei conflitti nel contesto del turismo, della protezione della cultura, delle esigenze locali e della crescita economica nel contesto del patrimonio culturale e naturale;

- incoraggiare la valutazione degli effetti transnazionali di segmenti in rapida crescita come il turismo da crociera, esaminando le interconnessioni tra strutture portuali, porti turistici e altre industrie marittime.

Tema 3. Sviluppare il turismo sostenibile riducendo gli agenti inquinanti

- sviluppare modelli di turismo sostenibile incentrati su bassi livelli di carbonio, miglioramento della qualità dell'aria e riduzione delle emissioni di NO2, basso impatto ecologico, “slow food”, coinvolgimento di giovani e volontari e altre offerte alternative in linea con il patrimonio naturale e culturale.

Obiettivo specifico 2.2: migliorare la capacità di affrontare a livello transnazionale la vulnerabilità ambientale, la frammentazione e la salvaguardia dei servizi ecosistemici nell'area Adriatico-Ionica. Temi e sotto-temi

Tema 1. Implementare attività di ricerca e valutazione per proteggere e gestire i paesaggi e gli habitat terrestri e marittimi, anche attraverso la sensibilizzazione e l’educazione ambientale - promuovere e scambiare esperienze per l'adozione di strategie nazionali coerenti per l'ICM (Protocollo ICZM – PROTOCOLLO MEDITERRANEO PER LA GESTIONE INTEGRATA DELLE ZONE COSTIERE) e piani transnazionali per lo spazio marittimo (Direttiva MSP);

- monitorare le specie protette (ad es. tartarughe marine, cetacei) come indicatori del Buono Stato Ambientale (GES) dei mari Adriatico e Ionio, affrontando le minacce alla biodiversità e alla qualità delle acque (ad es. l’impatto di micro-rifiuti, microinquinanti e bio tossine);

- accrescere e promuovere la conoscenza marina con focus sulla rete delle aree marine protette;

- sviluppare piani di gestione congiunti per gli habitat e gli ecosistemi transfrontalieri e per gestire il livello di popolamento dei grandi carnivori; - rafforzare i collegamenti transfrontalieri tra i siti inclusi nella rete Natura2000 attraverso reti ecologiche e infrastrutture verdi, sviluppando il monitoraggio congiunto dei servizi ecosistemici delle foreste (in particolare la loro capacità di agire come assorbenti di carbonio e immagazzinare le risorse idriche), e proteggendo e ripristinando gli acquitrini e i campi carsici rilevanti per la rotta migratoria (degli uccelli) Adriatica;

- istituire, testare e attuare modelli di negoziazione, mediazione, partecipazione e risoluzione dei conflitti nel contesto della protezione ambientale, della crescente pressione delle attività umane e dei cambiamenti ambientali (in particolare per quanto riguarda i cambiamenti climatici).

Tema 2. Gestire e prevenire la diffusione dell’inquinamento - sviluppare e integrare sistemi di allarme rapido per l'individuazione, la gestione e la prevenzione dell'inquinamento localizzato e diffuso da varie fonti (ad es. fuoriuscite di petrolio dal trasporto marittimo e rifiuti marini in generale, inquinamento industriale, incidenti, nitrati provenienti dall'agricoltura, carico organico dell'acquacoltura, inquinamento acustico, luminoso e da acque reflue di zone turistiche, discariche, contaminazione del suolo, ecc.);

- sviluppare modelli mirati a sostenere la gestione/il riciclo dei rifiuti Tema 3. Gestire e prevenire i rischi naturali e causati dall’uomo

- sviluppare e integrare i sistemi transnazionali, le procedure e i sistemi di allarme rapido esistenti per prevedere, gestire e prevenire i rischi naturali e provocati dall'uomo (incendi boschivi, alluvioni marittime e fluviali, incidenti industriali, siccità, tempeste, proliferazione di alghe, erosione dei terremoti, ecc.), soprattutto in coordinamento con il meccanismo di protezione civile dell'UE e le iniziative IPA in materia di protezione civile, gestione delle alluvioni, gestione dei rischi, ecc.

. BENEFICIARI Persone giuridiche stabilite in uno dei Paesi interessati dal Programma. Può trattarsi di: - Enti pubblici locali, regionali e nazionali, compreso GECT e associazioni di enti pubblici - Organismi di diritto pubblico e loro associazioni - Enti privati, compreso imprese, operativi da almeno 2 anni al momento della candidatura - Organizzazioni internazionali operative da almeno 2 anni al momento della candidatura I Paesi (e relativi territori) coperti dal Programma sono: Stati membri UE: - Italia, con le regioni Lombardia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Umbria, Marche. - Grecia, con le regioni Anatoliki Makedonia, Thraki, Kentriki Makedonia, Dytiki Makedonia, Thessalia, Ipeiros, Ionia Nisia, Dytiki Ellada, Sterea Ellada, Peloponnisos, Attiki, Voreio Aigaio, Notio Aigaio, Kriti. - Croazia, con le regioni Jadranska Hrvatska e Kontinentalna Hrvatska. - Slovenia, con le regioni Vzhodna Slovenija e Zahodna Slovenija. Paesi IPA: Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia

ENTITA’ DELCONTRIBUTO Il cofinanziamento UE (da fondi FESR e IPA II) copre fino all’85% dei costi totali ammissibili del progetto per un massimo di 2.500.000 euro. Per i partner pubblici italianiil restante 15% di cofinanziamento è a carico del Fondo di rotazione nazionale.

Strategia dell'Unione europea per la regione adriatica e ionica – EUSAIR FONTE: COM (2014) 357 final del 17/6/2014

SETTORI

promozione dell'economia marittima

protezione dell'ambiente marino

completamento dei collegamenti nel settore dei trasporti e dell’energia

promozione del turismo sostenibile .

La strategia, accompagnata da un piano d'azione operativo (definito Piano d'azione progressivo), offrirà inoltre ai Paesi candidati e potenziali candidati all'adesione una preziosa opportunità di collaborare con gli Stati membri, in particolare contribuendo all'integrazione dei Balcani occidentali nell'UE.

Si tratta della prima “strategia macroregionale dell’UE” con un numero così elevato di paesi extraunionali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia) che hanno collaborato con Stati membri dell'UE (Croazia, Grecia, Italia e Slovenia).

La strategia riguarda principalmente le opportunità dell'economia marittima: “crescita blu”, connettività terra-mare,connettività dell'energia, protezione dell’ambiente e turismo sostenibile, tutti settori destinati a svolgere un ruolo cruciale nel creare posti di lavoro e stimolare la crescita economica nella regione. Il punto di partenza è la strategia marittima per il mare Adriatico e il Mar Ionio, adottata dalla Commissione il 30 novembre 2012 e ora incorporata nella strategia.

Ciascun elemento del piano d'azione è stato coordinato da una coppia di paesi (uno Stato membro dell'UE e unp aese non UE):

la Grecia e il Montenegro - sulla “crescita blu”

l'Italia e la Serbia - sul tema “Collegare la regione” (reti dei trasporti e dell'energia)

Slovenia e Bosnia-Erzegovina - sulla “qualità ambientale”

Croazia e l'Albania - sul “turismo sostenibile”

Vi sono inoltre gli aspetti trasversali: il capacity building e la ricerca, l'innovazione e le piccole e medie imprese. La mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento agli stessi, nonché la gestione del rischio di catastrofi, sono principi orizzontali che sottendono tutti e quattro i pilastri.

La strategia EUSAIR non accederà a finanziamenti aggiuntivi dell'UE, ma dovrebbe mobilitare e allineare i finanziamenti esistenti a livello nazionale e unionale nonché attirare investimenti privati. In particolare, all'attuazione della strategia contribuiranno i fondi strutturali e di investimento europei (Fondi ESI), nonché lo strumento di preadesione (IPA).

Esempi di progetti indicativi da elaborare nell'ambito di ciascun pilastro:

Crescita blu: -Regolari valutazioni degli stock per la gestione di una pesca sostenibile - Ricerca di un approccio congiunto alla pianificazione dello spazio marittimo regionale tramite la pianificazione dello spazio marittimo adriatico-ionico (ADRIPLAN)

Collegare la regione: -Miglioramento del sistema di comunicazione obbligatoria delle navi nell’Adriatico (ADRIREP) - Miglioramento dell'accessibilità delle zone costiere e delle isole vicine - Rimozione degli ostacoli agli investimenti transfrontalieri nelle reti energetiche

Qualità ambientale: - Scambio delle pratiche ottimali tra le autorità di gestione tramite la rete di aree protette dell’Adriatico (AdriaPAN) - Sulla base del progetto CleanSea, ulteriore sviluppo di misure per una gestione efficace sotto il profilo dei costi e di opzioni strategiche per mantenere puliti, sani e produttivi i mari europei

Turismo sostenibile: - Facilitazione dell'accesso ai finanziamenti per le start-up nel settore del turismo.

Strategia Adriatico ionica [COM(2014)357] (file .pdf)

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